I volontari che hanno ricevuto una prima dose (dimezzata, per errore) di vaccino e, in seguito, una dose intera risultano essere più protetti rispetto a quelli che hanno ricevuto due dosi intere, secondo i risultati riportati dall’azienda farmaceutica
Open on line – 24 novembre 2020
l buon esito della sperimentazione dell’ultimo vaccino contro il Coronavirus in ordine di tempo arrivato all’ultima fase nasce da un errore. Un
Ed è proprio in quella prima fase di test che è avvenuto il “fortunato errore”. Già, perché come dichiarato a Reuters da Mene Pangalos, vicepresidente esecutivo della ricerca e sviluppo di biofarmaci di AstraZeneca, a seguito delle prime somministrazioni sperimentali ad aprile, gli scienziati hanno riscontrato – in forma più lieve rispetto alle previsioni – gli effetti collaterali attesi, quali affaticamento, dolori articolari e mal di testa.
«Andando a ritroso – ha proseguito Pangalos – abbiamo controllato e abbiamo scoperto che era stata somministrata metà dose del vaccino, rispetto a quella inizialmente prevista». E così, anziché ricominciare tutto da capo, si è deciso di proseguire con due vie sperimentali con dosaggi diversi.
Una volta informate le autorità scientifiche di questo “fortunato errore” che ha condotto a una maggiore efficacia del vaccino con un «regime ottimale», è stato dato il nulla osta per continuare le sperimentazioni su oltre 20mila volontari.
Dal canto suo, AstraZeneca ha sottolineato che l’efficacia della mezza dose vaccinale potrebbe accelerarne la distribuzione, iniziando nel Regno Unito le somministrazioni vaccinali già dai primi di dicembre e per proseguire nel 2021. Prima però, come per tutti i vaccini, è attesa l’approvazione da parte dell’agenzia regolatoria britannica del farmaco MHRA, la Medicines and Healthcare products Regulatory Agency.
Notizie correlate: Dosing ERROR by researchers in the AstraZeneca-Oxford University vaccine trial boosted its success rate to 90%, firm’s vice-president reveals