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Il primo miracolo della spending review è l’azzeramento dei farmaci scientifici, testati dalla ricerca farmacologia. In alternativa, solo generici. Si va in farmacia con la ricetta medica senza l’indicazione specifica del farmaco da usare per curare il male di cui si soffre.
Già giorni fa avevo lanciato l’allarme salute; nell’aria c’era un progetto assurdo e stravagante che prevedeva per il ricovero ospedaliero, delle strutture low cost, come da modello indiano.
Oggi la notizia che non può assolutamente passare inosservata è quella che riguarda il sistema farmacologico italiano.
Per effetto della spending review, cambierà per la gente comune del nostro disastrato Paese, per i tanti poveri cristi, la prescrizione dei farmaci.
Non più farmaci specifici con nome e cognome dell’azienda farmaceutica che li producono, ma solo farmaci generici, di cui nessuno sa garantirne in assoluto gli effetti sulla salute della gente, ormai in secondo ordine e non più un bene da tutelare.
Se per l’ospedalizzazione si pensa al modello indiano low cost, per i farmaci siamo ormai all’Africa nera, all’Africa dei diritti negati, dove la vita non conta proprio niente e dove si nasce per morire nella più assoluta e generale indifferenza. Questo è quanto si vuole anche per l’Italia.
A questo livello è ormai arrivata anche la civile e sviluppata Italia, dove l’obiettivo risparmio per i poveri cristi, comporta un diffuso e generalizzato abbassamento della qualità della vita e soprattu