La disponibilita’ e l’uso appropriato di farmaci per patologie cardiovascolari, respiratorie e del sistema nervoso, che rappresentano il 53% della mortalita’ totale e della disabilita’ dovuta a malattie croniche, consente un risparmio netto di costi per il Sistema Sanitario Nazionale pari a circa 12 miliardi di euro l’anno, di cui 6,4 miliardi (52%) rappresentati da minori costi sanitari e 6 miliardi (48%) da minori costi indiretti. A questa conclusione e’ giunto lo studio condotto dal Cer (Centro Europa Ricerche) , in collaborazione con Farmindustria, coordinato dal Professor Vincenzo Atella, della Facolta’ di Economia di Tor Vergata di Roma. I benefici dovuti al consumo di medicinali saranno ancora piu’ consistenti tenendo conto del rapido aumento della popolazione anziana, con un picco che verra’ registrato tra il 2030 ed il 2040. Se si ipotizza inoltre che la tecnologia medica rimanga costante sui livelli espressi nel 2005, la simulazione effettuata ha permesso di valutare i maggiori costi che il sistema sanitario e quello economico nel complesso sosterrebbero in assenza dei farmaci correntemente disponibili. I risultati mostrano chiaramente che, in assenza di farmaci, la spesa sanitaria pubblica si attesterebbe su valori superiori di circa il 6% nel 2005, del 10% nel 2025, fino ad arrivare ad un +16% nel 2040. Inoltre, l’utilizzo dei farmaci per tali patologie consente un risparmio in termini di Pil pari allo 0,4% nel 2005, che sale fino all’1,3% nel 2040.
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