Grazie alle vendite della divisione farmaceutica, Per l’intero anno, J&J ha alzato le stime sull’utile a un range tra 5,92 e 5,97 dollari per azione, dai precedenti 5,85-5,92 dollari.
Johnson & Johnson ha visto salire del 59% i profitti del terzo trimestre grazie alle vendite della divisione farmaceutica, cresciute del 18% a 8,3 miliardi nonostante il rafforzamento del dollaro e al minore apporto positivo di Olysio, farmaco per il trattamento dell’epatite C, le cui vendite sono calate da 831 a 796 milioni di dollari.
Per l’intero anno, J&J ha alzato le stime sull’utile a un range tra 5,92 e 5,97 dollari per azione, dai precedenti 5,85-5,92 dollari.
Il colosso dei prodotti per la cura del corpo ha riportato profitti per 4,75 miliardi di dollari, 1,66 dollari per azione, contro i 2,98 miliardi, 1,04 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. Escludendo i guadagni derivati dalla vendita di asset e gli oneri straordinari, l’utile per azione è cresciuto da 1,36 a 1,50 dollari.
Il fatturato è aumentato del 5,1% a 18,47 miliardi di dollari. I risultati hanno battuto le previsioni degli analisti, che attendevano profitti per 1,45 dollari per azione su un giro d’affari di 18,38 miliardi.
Le vendite della divisione di prodotti al consumo sono scese dello 0,6% a 3,6 miliardi, mentre quelle dell’area apparecchiature mediche sono calate del 5,2% a 6,6 miliardi.
N.d.R.:
CEO di Johnson & Johnson è Alex Gorsky, 54 anni. Ha percepito nel corso dell’anno fiscale 2013 $16.910.960