Jobs act. Fiafant: “I farmacisti non titolari pesantemente penalizzati”
Redazione Fedaiisf
Così la presidente Anna Attolico ha commentato un provvedimento che rende “sempre più ricattabili i farmacisti non titolari”. Il Jobs Act lascia inoltre inalteratala possibilità di attivare stage per i giovani farmacisti anziché l’apprendistato. “Anche quest’occasione è andata persa, si rischia di creare una categoria di professionisti demotivati”.
16 MAR – “La Federfarma continua a rifiutare un dialogo costruttivo con le OO.SS. per il rinnovo del CCNL ormai scaduto dal 31 gennaio 2013. Il Governo Renzi legifera su come licenziare più facilmente ma non interviene su come agire sulla leva della contrattazione. Il Contratto Nazionale di Lavoro è l’esatto contrario, dal punto di vista della politica del lavoro, rispetto al Jobs Act; nel primo, infatti, sono le parti a decidere le regole e gli equilibri in gioco, permettendo alle OO.SS. di tentare di strappare alla controparte le massime tutele possibili a carattere solidale per tutti i lavoratori, anche quelli meno garantiti dalle leggi. Il Jobs Act, al contrario cancella il ruolo delle parti, precarizza tutto il mondo del lavoro, indebolendo ulteriormente anche chi già vive nel costante ricatto di perdere il lavoro. Il Jobs Act è il mantenimento delle differenze e non la lotta alla precarietà”. Così la presidente della Federazione dei farmacisti non titolari (Fiafant), Anna Attolico, ha commentato il Jobs Act.
“Nei fatti si è mantenuto l’esistente, se non peggiorato, come nel caso del lavoro accessorio e all’assurdo sulle collaborazioni che si annunciano abolite dal 2016 ma comunque stipulabili ancora nella maggioranza dei casi; nulla si dice sui cococo e partite iva. Il lavoro precario in farmacia, quindi, continuerà con le stesse caratteristiche di sempre, il contratto a tutele crescenti permetterà di licenziare anche come provvedimento disciplinare in caso di mancanze lievi; viene, infatti, a decadere la proporzionalità fra atto illecito del lavoratore e provvedimento disciplinare, conseguentemente ne risentirà la possibilità del lavoratore di chiedere l’indennizzo in caso di licenziamento immotivato. Un ritardo di un minuto, un errore su un ticket possono essere motivi di licenziamento – ha proseguito Attolico -. Il Governo si è totalmente dimenticato delle partite iva ma rende possibili i demansionamenti e facilita i licenziamenti. I Farmacisti non titolari saranno pesantemente penalizzati, sempre più ricattabili e con un Contratto non più rivisto dal 2009 nella parte normativa e da novembre 2011 nella parte economica. E’ possibile che, considerando gli sconti fiscali, qualche regolarizzazione di lavoratori precari ci sarà, fermo restando il loro licenziamento a tempi brevissimi così come consentito dalla nuova norma. Inalterata rimane inoltre la possibilità di attivare stage per i giovani farmacisti anziché l’apprendistato”.
“I Farmacisti dipendenti di farmacia avrebbero avuto bisogno di una norma che rinforzasse il ruolo del Contratto Nazionale, unica tutela solidaristica in un mondo così parcellizzato da rendere i Lavoratori, quasi sempre, deboli e soli nei confronti del titolare della farmacia. Il Contratto Nazionale è uno strumento d’identità della rappresentanza che andrebbe potenziato e difeso, siamo convinti, al contrario, che le posizioni radicali di rifiuto al dialogo della Federfarma si sentano più forti dopo il Jobs Act. Contemporaneamente la Legge sulla concorrenza 2015, è stata una grossa delusione per i Farmacisti non Titolari, si è solo rafforzato il potere dei grossi capitali, nulla si è fatto per snellire definitivamente le procedure concorsuali e la burocrazia sulle nuove aperture. Sembra andato nel dimenticatoio perfino il ‘concorso straordinario’ i cui effetti sono a tutt’ora ‘anestetizzati’ nella maggioranza delle Regioni. I Farmacisti non Titolari meritano molto di più, offrono tutti i giorni un insostituibile servizio alla comunità, di alta professionalità e competenza: 5 anni di laurea scientifica ( quindi tutt’altro che semplice) più esame di stato, orari e modalità di lavoro usuranti, Enpaf obbligatorio anche per chi , essendo dipendente , versa già i contributi all’Inps – ha concluso la presidente Fiafant -. Anche quest’occasione è andata persa, si rischia di creare una categoria di professionisti demotivati, senza speranze e con una profonda rabbia che non vede soluzioni”.