Il conto terzi farmaceutico made in Italy non solo conferma ma rafforza la sua leadership in Europa. L’industria italiana del Contract Development and Manifacturing (Cdmo), con una valore di produzione di 1,9 miliardi (il 24% del totale Ue, pari a 7,9 miliardi) supera la Germania (1,7 miliardi) e la Francia (1,5 miliardi).
Aumenta inoltre la sua quota sul totale (era 22% nel 2010) conseguendo la crescita di valore piu’ elevata tra tutti i Paesi dell’Unione Europea. Lo rivela lo studio Prometeia, giunto quest’anno alla terza edizione e presentato venerdì a a Palazzo Mezzanotte. Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, ha detto: “Il Cdmo e’ un settore che si e’ evoluto molto.
Non e’ solo produzione straordinaria ma anche sviluppo e ricerca. Il comparto svolge un lavoro qualitativamente importante, al pari della farmaceutica tradizionale. Infatti, che un’azienda farmaceutica produca in proprio o si avvalga della produzione di un’impresa in cdmo poco cambia: il prodotto deve essere lo stesso. Il conto terzi e’ composto da aziende di elevatissima qualita’, con processi controllati dall’Agenzia del Farmaco. Essere green e’ fattore di competivita’. Dobbiamo consolidare questa posizione di forza dell’Italia e trattenere le produzioni nel nostro Paese”.
Il successo del conto terzi farmaceutico e’ stato raggiunto soprattutto grazie all’export (il 74% del fatturato, il 90% delle esportazioni e’ diretto a mercati evoluti come Europa, Usa e Giappone) e allo sviluppo dei segmenti produttivi a maggiore complessita’. Ingenti gli investimenti che dal 2015 al 2017 sono passati dal 9% al 12% del fatturato, un’incidenza circa doppia rispetto alla media manifatturiera. Giorgio Bruno, presidente gruppo produttori conto terzi Farmindustria, ha commentato: “Producono in conto terzi aziende dotate di profondo know how e con valori fondamentali: qualita’ dei medicinali, della produzione e delle risorse umane, efficienza, flessibilita’, dando quello che il cliente vuole e il mercato richiede”.
L’indagine ha approfondito anche il rapporto fra Cdmo e sostenibilita’ ambientale. Alta e’ la propensione a investire per la sostenibilita’ ambientale: nelle imprese del Cdmo farmaceutico la quota degli investimenti green sul totale e’ pari all’8%, il doppio della media dell’industria (4%).
La meta’ degli investimenti e’ in tecnologie pulite (rispetto a una media manufatturiera del 32%) ovvero in attrezzature e impianti che abbattono o riducono alla fonte l’impatto dell’inquinamento. La quasi totalita’ delle imprese (il 90%) ha pianificato ulteriori investimenti in tecnologie a minor impatto ambientale nel prossimo triennio, in particolare nell’adattamento degli impianti esistenti, ma anche nell’acquisto di nuovi. I dati dimostrano come tra il 2010 e il 2017 i consumi di energia e acqua siano in rapporto alla produzione in netto calo: – 44% il consumo medio di acqua e -22% i consumi medi energetici.
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