Fatturato dell’industria – maggio 2023
Comunicato ISTAT – 28 luglio 2023
A maggio si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, aumenti dell’1,5% in termini congiunturali, registrando una dinamica positiva su entrambi i mercati (+2,0% su quello interno e +0,6% su quello estero). Nel trimestre marzo-maggio 2023 l’indice complessivo è diminuito dello 0,9% rispetto al trimestre precedente (-1,0% sul mercato interno e -0,8% su quello estero).
Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a maggio gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un aumento congiunturale per i beni di consumo (+2,3%) e per i beni strumentali (+4,0%), mentre si registra una lieve diminuzione per i beni intermedi (-0,6%) e per l’energia (-0,8%).
Corretto per gli effetti di calendario il fatturato totale scende in termini tendenziali dello 0,5%, con flessioni della stessa intensità su entrambi i mercati (-0,6%). I giorni lavorativi sono stati 22 come a maggio 2022.
Per quanto riguarda gli indici corretti per gli effetti di calendario riferiti ai raggruppamenti principali di industrie, si registrano incrementi tendenziali per i beni strumentali (+11,5%) e per i beni di consumo (+8,4%), mentre risultano in calo l’energia (-5,0%) e i beni intermedi (-13,1%).
Con riferimento al comparto manufatturiero, i settori che mostrano gli incrementi tendenziali più consistenti sono i mezzi di trasporto (+28,4%) e la farmaceutica (+13,0%), mentre le maggiori flessioni si riscontrano nella chimica (-19,4%) e nella metallurgia (-15,8%).
A maggio si stima che l’indice destagionalizzato in volume, relativo al settore manifatturiero, aumenti del 2,4% in termini congiunturali. Nel trimestre marzo-maggio 2023 si registra una diminuzione dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti.
Corretto per gli effetti di calendario, a maggio il volume del fatturato del comparto manifatturiero diminuisce in termini tendenziali dello 0,7% (+0,2% in valore).
Note:
Indici corretti per gli effetti di calendario: dati depurati, mediante apposite tecniche statistiche, dalla variabilità attribuibile alla composizione del calendario nei singoli periodi (mesi o trimestri) dell’anno, dovuta al diverso numero di giorni lavorativi o di giorni specifici della settimana in essi contenuti e alla presenza di festività nazionali civili e religiose, fisse e mobili (festività pasquali), nonché dell’anno bisestile. Il ricorso a tale trasformazione dei dati consente di cogliere in maniera più adeguata sia le variazioni tendenziali (calcolate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), sia le variazioni medie annue.
Indici destagionalizzati: dati depurati, mediante apposite tecniche statistiche, dalle fluttuazioni attribuibili alla componente stagionale (dovute a fattori meteorologici, consuetudinari, legislativi, ecc.) e, se significativi, dagli effetti di calendario. Questa trasformazione dei dati è la più idonea a cogliere l’evoluzione congiunturale di un indicatore.
Il fatturato (detto anche volume d’affari), in economia aziendale, è la somma dei ricavi ottenuti da un’impresa o ditta individuale attraverso cessioni di beni e/o prestazioni di servizi, registrati ai fini IVA – per cui, quindi, è stata emessa fattura. Fatturato viene considerato come la somma dei ricavi dell’impresa. In realtà, il concetto di fatturato deriva direttamente dalla disciplina IVA, cui è inscindibilmente legata l’emissione della fattura, per cui non deve essere confuso con il “valore della produzione“, ovvero la somma dei ricavi aziendali che sono indicati nel conto economico del bilancio d’esercizio delle imprese (punto “A” del conto economico). Infatti, i due valori (fatturato e valore della produzione) possono sensibilmente differire a causa della diversa competenza temporale dei ricavi appostati in bilancio rispetto alla quantificazione del volume di affari IVA che raggruppa le sole fatture emesse nell’esercizio senza tenere conto della eventuale diversa competenza economico-temporale dei ricavi esposti in fattura come, invece, avviene per la redazione del bilancio d’esercizio. Un’impresa può generare diverse tipologie di ricavo diverse dal fatturato (che è quello della gestione caratteristica (farmaci nel nostro caso)), ad esempio ricavi di natura finanziaria, straordinaria o di gestioni non caratteristiche.
Il fatturato quindi esprime il valore della sola gestione caratteristica ovvero, in concreto, i ricavi generati in seguito a cessione di beni o erogazione di servizi