Ad aprile si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisca del 29,4% rispetto al mese di marzo e del 23,9% nella media degli ultimi tre mesi rispetto a quella dei tre mesi precedenti.
Ancora più ampio il calo degli ordinativi che, in termini congiunturali, registrano una flessione del 32,2% su base mensile e del 27,7% su base trimestrale.
Il calo congiunturale del fatturato è esteso sia al mercato interno, che cede il 27,9%, sia a quello estero, che segna una caduta del 32,0%. Per gli ordinativi, sono le commesse provenienti dal mercato interno a registrare il peggiore risultato (-33,9%) rispetto a quelle provenienti dal mercato estero (-30,0%).
La flessione è generalizzata a tutti i raggruppamenti principali di industrie: gli indici destagionalizzati del fatturato registrano una caduta congiunturale del 23,3% per i beni di consumo, del 30,9% per i beni intermedi, del 33,4% per l’energia e del 34,4% nel caso dei beni strumentali.
Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di aprile 2019), il fatturato totale diminuisce del 46,9% rispetto all’aprile dello scorso anno, con cali del 48,1% sul mercato interno e del 44,6% su quello estero.
Con riferimento al comparto manufatturiero, tutti i settori registrano variazioni negative. Le flessioni sono più lievi per il comparto farmaceutico (-0,2%) e per quello alimentare (-9,5%), molto più ampie nei rimanenti: dalla chimica (-26,6%) fino ai risultati senza precedenti dei mezzi di trasporto (-73,5%) e dell’industria tessile e dell’abbigliamento (-78,5%).
In termini tendenziali l’indice grezzo degli ordinativi segna una caduta del 49,0%, con cali su entrambi i mercati
(-53,0% quello interno e -43,6% quello estero). L’unica variazione positiva si registra per l’industria farmaceutica (+1,5%), mentre quella negativa più ampia si rileva per il settore dei mezzi di trasporto (-71,2%).
Nel corso della fase di rilevazione statistica dei dati vi è stata una moderata riduzione del tasso di risposta delle imprese, conseguente all’emergenza sanitaria in corso. Le azioni messe in atto per fare fronte a queste perturbazioni nella fase di raccolta dei dati (si veda Nota metodologica, pag. 10) hanno consentito di elaborare e diffondere gli indici relativi al mese di aprile 2020
Le misure di chiusura imposte a numerose attività industriali per il contenimento dell’epidemia di Covid-19 e la forte flessione della domanda rivolta alle imprese industriali hanno deteminato un calo senza precedenti degli indici complessivi di fatturato e degli ordinativi. Il mese di aprile registra, infatti, i peggiori risultati per entrambe le serie storiche (disponibili da gennaio 2000), in termini sia congiunturali sia tendenziali.
Su base annua il calo è assai limitato per il solo settore farmaceutico ed ha un’ampiezza relativamente meno marcata per il comparto alimentare. In tutti gli altri casi si registrano diminuzioni superiori al 25%, arrivando, nei settori più colpiti, quali i mezzi di trasporto e l’industria tessile, dell’abbigliamento e dei prodotti in pelle, a flessioni di oltre il 70% per l’indice di fatturato e di oltre il 60% per quello degli ordinativi.
TESTO INTEGRALE E NOTA METODOLOGICA
IL SETTORE FARMACEUTICO IN CONTROTENDENZA
Il dato positivo segnalato dall’Istat per quanto riguarda il settore farmaceutico viene anche confermato da uno studio del centro studi Srm collegato al gruppo Intesa San Paolo. L’impatto della pandemia sul primo trimestre dell’anno evidenzia un settore farmaceutico in totale controtendenza rispetto all’insieme dell’economia: l’export è aumentato di oltre il 24% su base annua per l’Italia e del 14,9% per il Mezzogiorno, a fronte di un dato per il totale economia che a livello nazionale cala dell’1,9% e a livello meridionale cresce dell’1,1%. Lo studio è stato presentato oggi nel corso di un webinar organizzato con Farmindustria, dal titolo ‘La forza dell’innovazione per il rilancio del Mezzogiorno.
La filiera farmaceutica di fronte alla sfida del Covid-19′. Il settore farmaceutico è un settore tipicamente anticiclico che non è stato ovviamente coinvolto in forme di blocco dell’attività produttiva essendo, al contrario, annoverato tra quelli prioritari per fronteggiare la difficile situazione. La ricerca mette quindi in evidenza come il settore abbia risentito meno di altri della recessione in atto e come potrà rappresentare uno dei settori trainanti del recupero dell’Italia dopo la pandemia.
Anche gli ultimi dati Movimprese mostrano la tenuta del settore farmaceutico. Se si considerano le imprese attive al primo trimestre 2020, si registra un +0,4% per l’Italia e un +0,8% per le regioni del Sud (-0,6% in Italia e -0,7% nel Mezzogiorno la media manifatturiera).Dai dati totali (riferiti al complesso economia) emerge come nei primi3 mesi del 2020 si contino quasi 30mila imprese in meno a livello nazionale, contro un calo di 21mila nello stesso trimestre del 2019. Sempre a livello complessivo, il bilancio della nati-mortalità delle imprese tra gennaio e marzo di quest’anno risente delle restrizioni seguite all’emergenza Covid-19 e rappresenta il saldo peggiore degli ultimi 7 anni, rispetto allo stesso arco temporale.
“Durante la pandemia Covid-19 – evidenzia il direttore generale Srm, Massimo Deandreis – il settore farmaceutico è stato in prima linea dimostrando la sua rilevanza per il Paese e registrando dati in totale controtendenza rispetto all’andamento negativo dell’economia nel suo insieme. Confortano i dati del primo trimestre del 2020 e le stime di impatto complessivo sul 2020 che vedono anche scenari di crescita. Il farmaceutico si conferma inoltre emblematico per l’interazione tra industria, ricerca, università e innovazione. Una combinazione vincente che deve diventare il perno anche di altri settori industriali.
Il Mezzogiorno sta dando un contributo molto rilevante, spesso non conosciuto, con eccellenze nel settore della ricerca e della capacità produttiva italiana come cerchiamo di mettere in evidenza in questa ricerca”. “Le imprese del farmaco – afferma Massimo Scaccabarozzi, presidente Farmindustria – sono un asse portante dell’industria in tutt’Italia e anche al Sud. In molte regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Campania, Puglia e Sicilia ad esempio) sono tante e tutte insieme (a capitale nazionale o estero, grandi, medie o piccole) rappresentano una realtà importante dal punto di vista economico, occupazionale e sociale. Grazie alla qualità delle risorse umane, all’efficienza dell’indotto e alle sinergie con centri clinici, università, centri di ricerca e start-up, in un modello di open innovation che può dare molto al territorio. I dati dello studio confermano inoltre che, nonostante le difficoltà dell’emergenza Covid-19, il settore farmaceutico può essere in grado di fare da volano per il rilancio di tutto il Sud”.
L’INDUSTRIA CHE FA CRESCERE IL SUD
La filiera farmaceutica del Sud è protagonista nel contesto nazionale: vanta 124 unità locali (il 16,6% del totale Italia) e 5.520 addetti (il 9% del dato nazionale). Il valore aggiunto farmaceutico meridionale è di oltre 650 milioni di euro (il 7% del dato nazionale) e si registra un export pari a oltre a3,1 miliardi di euro (circa il 10% del dato nazionale), con una crescita media negli ultimi 10 anni del 5,2%.
Si registra, inoltre, un saldo commerciale positivo per 1.381 milioni di euro. Anche questa immagine di prospettiva è stata messa in risalto dallo studio di Srm. Importante è l’impatto moltiplicativo del settore: si calcola che, per effetto dei legami interregionali e di filiera, nel Mezzogiorno 100 euro di produzione farmaceutica attivano 42 euro aggiuntivi nell’area e 529 euro nelle altre regioni e negli altri settori, per un impatto complessivo di 671 euro (mentre il dato complessivo medio per il manifatturiero è di 493 euro). L’analisi degli scenari per l’anno in corso evidenziano la resilienza della filiera alla crisi Covid e il grande contributo alla tenuta complessiva della gestione sanitaria sul territorio.
L’analisi condotta sulla base di due diversi scenari di riferimento, uno meno pessimistico e uno più pessimistico, ha portato quindi a questo risultato prospettico: la filiera farmaceutica meridionale potrebbe far registrare nel 2020 una variazione di fatturato compresa tra il -0,4% (secondo scenario) e il +0,8% (primo scenario), mentre a livello nazionale la variazione sarebbe tra -0,2% e +0,6%; in termini di valore aggiunto, invece, si calcola una variazione compresa tra -0,3% (secondo scenario) e +1,3% (primo scenario), mentre a livello nazionale il “range” di riferimento sarebbe compreso tra -0,1% e +1,4%.Va citato poi il ruolo molto importante contro Covid-19 degli studi clinici, alcuni dei quali condotti proprio grazie all’eccellenza della ricerca svolta nelle regioni del Sud (ad esempio in Campania).
Infine, vi è un sostegno all’economia nazionale da parte delle imprese con donazioni in farmaci, o finanziarie, pari complessivamente a più di 40 milioni (il dato non include i farmaci donati alle strutture per uso compassionevole e forniti per gli studi clinici). Secondo l’analisi, il Sud ha tutte le carte in regola per partecipare attivamente alla crescita futura della filiera e, quindi, alla ripresa dell’economia del Paese – potendo contare su grandi capacità in termini di competenze e “skills” produttivi e di ricerca – e può risultare di particolare interesse per il rilancio di taluni processi produttivi, per far crescere la ricerca clinica e per attrarre investimenti di qualità e di prospettiva sul territorio. Grazie alle sue potenzialità, potrebbe quindi essere al centro di nuovi percorsi di crescita indirizzati a configurare nuove prospettive per la filiera a livello Paese.
L’INTERVISTA AD “AVVENIRE” DI SCACCABAROZZI
La coesione è il primo fattore al quale Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, attribuisce i successi di quello che i dati certificano come uno dei comparti più sani, produttivi e competitivi della manifattura nazionale. Un settore anche davanti alla pandemia di nuovo coronavirus ha retto. Come? “E’ stato possibile grazie a risorse umane altamente qualificate, a materie prime di riconosciuta qualità a livello globale e a investimenti, costanti e cospicui, nell’innovazione”, spiega il numero uno dell’associazione nazionale imprese del farmaco in un’intervista ad ‘Avvenire’.
“Non solo i vari segmenti della filiera hanno collaborato tra loro – sottolinea – ma anche a stretto contatto con le Istituzioni, rispondendo alle emergenze dei pazienti e delle strutture sanitarie, e garantendo la continuità della produzione e delle terapie, nonostante il lockdown”. Scaccabarozzi evidenzia che “la nostra presenza nell’industria italiana crea un valore nell’indotto pari al triplo della filiera, al Nord, al Centro e in tante aree del Sud, generando direttamente e indirettamente sviluppo e ponendosi al centro di un network che comprende tante strutture di eccellenza del Servizio sanitario nazionale”.
Davanti all’emergenza Covid-19 “ci siamo immediatamente allertati – prosegue il manager – sia recependo le disposizioni normative, che hanno riconosciuto indispensabili le attività del settore, sia adottando da subito importanti misure di prevenzione dei rischi. Premettendo che, nei periodi di grande incertezza, tutela della salute e stabilità economica vanno di pari passo, abbiamo scelto la strada della responsabilità e della concretezza, tutelando pazienti e lavoratori.
Abbiamo garantito la sicurezza con Task force su organizzazione del lavoro, produzione, ricerca clinica, distribuzione, informazione scientifica, anche condividendo ‘best practices’, grazie al confronto sempre positivo con isindacati. Così tutti i pazienti, non solo quelli colpiti da Covid-19,hanno avuto accesso alle terapie”.
Al presidente di Farmindustria “preme rimarcare che è stato fondamentale il ruolo delle Istituzioni, a partire da ministero della Salute e Aifa”, l’Agenzia italiana del farmaco, “protagonisti della tenuta di tutto il sistema anche grazie a una vera e propria partnership con l’industria farmaceutica. E poi” Scaccabarozzi loda “il sacrificio di tanti uomini e donne delle imprese, dell’indotto e della filiera distributiva, che non si sono mai fermati”.
Estratto da formiche.net del 17 giugno 2020
Comunicato stampa Farmindustria srm
Presentazione Massimo Deandreis e Salvio Capasso – SRM
I dati del mercato degli integratori alimentari aggiornati ad aprile 2020. La reportistica prevede due focus specifici relativi a: dispositivi medici per uso orale e alimenti a fini medici speciali.