Continua a viaggiare con il vento in poppa il mercato degli integratori, che nell’ultimo anno porta a casa un giro d’affari di 2,7 milioni di euro (+6% sul periodo precedente) e vendite per circa 193 milioni di confezioni (+4,8%). E’ la fotografia che arriva dalla seconda edizione dell’indagine sull’industria degli integratori alimentari in Italia, condotta dal Centro studi di Federsalus su 112 aziende associate: l’immagine che ne emerge è quella di un comparto dinamico, caratterizzato da una produttività del lavoro (una media di 77.500 euro di valore aggiunto) in linea con i livelli mediani più elevati dell’economia italiana (79.100 euro). La filiera genera un fatturato totale stimato che a fine 2015 supera il miliardo di euro (+5,4% rispetto alla prima edizione dell’indagine) e impiega 9.000 addetti, inclusi informatori medico-scientifici e agenti di vendita.
Conferma lo stato di salute del comparto la dinamica degli investimenti: oltre il 50% delle aziende che hanno risposto alla survey ha dichiarato di aver incrementato gli investimenti in innovazioni di prodotto (il 68,9%), marketing e comunicazione (il 62%), impianti e nuovi macchinari (il 55,6%), formazione del personale (il 52,6%), innovazioni di processo (il 46,7%). Quasi il 70% delle aziende associate, inoltre, mostra fatturati alimentati dall’export o altre attività all’estero: si tratta di imprese con dimensioni maggiori, che si distinguono per un fatturato medio di 12,2 milioni di euro e operano nel mercato interno da oltre 15 anni. Circa il 30% di queste aziende esporta oltre un quarto del fatturato all’estero, e per il 47% di queste l’export rappresenta oltre il 50% dei ricavi totali.
«L’impegno è quello rafforzare la percezione della Filiera di Qualità» commenta Marco Testa, presidente neoeletto di FederSalus «puntiamo a ottenere dalle istituzioni nazionali e comunitarie il riconoscimento del ruolo dell’integratore alimentare in ambito healthcare per il benessere individuale e anche in termini di welfare collettivo e di risparmio per il Ssn».
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