Informazione scientifica: un evento per discutere di come sta cambiando la professione (tra trend e sfide future)

La retribuzione del settore è in calo rispetto al 2023; crescono i professionisti con partita iva (che hanno superato quelli inquadrati con Ccnl); gli obiettivi legati alla media visite giornaliere sono raggiunti dalla maggior parte del campione considerato; mentre sul fronte della formazione prevale il percorso individuale. In calo il ricorso ai canali digitali, a favore di una comunicazione sempre più orientata al face-to-face.

Sono queste le principali evidenze emerse dal rapporto sullo stato dell’arte dell’informazione scientifica in Italia nel 2024, realizzato da Informatori.it, a partire da un campione di informatori scientifici e area manager, per fotografare i trend attuali e anticipare i mutamenti del settore.

Di come sta cambiando questa professione, proprio a partire dai risultati dello studio, si parlerà il prossimo 25 giugno a Milano nel corso di un evento dal titolo “Informazione scientifica 2024. Un insight sulle trasformazioni in atto e sugli scenari futuri” (qui il programma dell’evento).

I principali insight del Report 2024

Lo studio, realizzato dall’Osservatorio sulle attività e le figure professionali dell’informazione scientifica in Italia di Informatori.it, è stato elaborato a partire da un sondaggio anonimo che ha coinvolto un campione volontario di informatori scientifici e area manager.

Il risultato è uno strumento quantitativo e qualitativo estremamente utile per analizzare il settore dell’informazione medico scientifica da più punti di vista – aziendale, individuale, sistemico e multisettoriale per fotografare le tendenze attuali e anticipare i mutamenti futuri.

Di seguito i punti salienti emersi dall’indagine.

  • Retribuzione: il compenso annuo in calo rispetto al 2023;
  • tipologia di contratto: superamento dei professionisti con Partita iva rispetto a quelli inquadrati con un Contratto collettivo nazionale del lavoro;
  • media visite giornaliere: solo il 35% dei rispondenti non raggiunge l’obiettivo aziendale;
  • comunicazione: diminuisce il ricorso ai canali digitali a favore del face-to-face;
  • formazione: predilezione per la formazione individuale rispetto a quella aziendale.

Lo studio approfondisce inoltre temi quali il livello di istruzione, il tasso di mobilità interna, le aree di miglioramento segnalate dai manager e altri dati di interesse, analizzando le risposte del campione dal punto di vista geografico e anagrafico.

Un quadro strategico per il futuro

“Il report 2024 di Informatori.it offre una fotografia dettagliata dei cambiamenti in atto nel settore dell’informazione medico scientifica in Italia, influenzato da nuove dinamiche sociali, economiche e organizzative”, afferma Vittorio Cassisi, Ceo di Informatori.it. “Un’analisi preziosa che può orientare le scelte strategiche dei singoli professionisti e delle aziende che operano nel settore”, conclude Cassisi.

 

 

N.d.R.: Come dicono gli Autori, il report riguarda 350 lettori del sito informatori.It di cui solo il 36% (126) sono ISF e il 70% sono uomini. Ovviamente, come onestamente e correttamente ammettono gli stessi AA, non ha alcun valore statistico. Si consideri che secondo AIFA nel 2020 erano registrati 29.787 ISF con tendenza in aumento (ultimo dato che abbiamo). Gli informatori di integratori sono stimati almeno il doppio degli ISF, probabilmente molto di più (non ci sono dati in merito). Secondo Farmindustria gli AM sono per il 47% donne e 53% uomini, gli ISF sono 52% donne e 48% uomini. Il report mischia realtà lavorative diverse e non omogenee. Basare un convegno sull’informazione scientifica su un campione non omogeneo e non rappresentativo ci sembra un po’ azzardato. In sostanza non ha alcun valore. Le considerazioni che ne trae le può fare chiunque, anche senza indagine. Fra l’altro, fra gli sponsor ci sono Lupi & Associati, quelli che insegnano alle aziende farmaceutiche come trattare e licenziare gli ISF “low performer“. Una vergogna!

Notizie correlate: I commenti su Facebook sul convegno dell’ISF “Low Performer” dei Lupi e Associati

Exit mobile version