Il settore ha agito in senso anticiclico rispetto alla crisi. Ma negli ultimi dieci anni le aziende hanno espulso oltre diecimila informatori. La Filctem rilancia il loro ruolo. Appuntamento a Perugia il 3 maggio
Mercoledì 3 maggio, presso l’Aula Magna dell’Università di Perugia (ore 15.00), la Filctem-Cgil promuove il convegno su “Industria etica 4.0: il ruolo dell’informazione scientifica del farmaco, un valore per l’industria farmaceutica e per il Servizio Sanitario Nazionale”.
In un momento storico-economico come quello attuale, mentre il settore farmaceutico ha agito in senso anticiclico rispetto alla crisi, con l’ambizione di crescere ulteriormente nell’immediato futuro e di rendere l’Italia il paese di riferimento per la farmaceutica europea, non è più rinviabile un focus sulla figura dell’Informatore scientifico del farmaco (Isf).
Negli ultimi dieci anni l’espulsione dalle aziende farmaceutiche di oltre diecimila informatori scientifici (attualmente sono circa ottomila, ndr) e il sempre più crescente inserimento di “venditori” con il contratto di lavoro del commercio, più precario e meno oneroso, ha di fatto generato un grandissimo “disordine” normativo nella pratica quotidiana dell’attività.
Eppure – fa rilevare la Filctem-Cgil – il ruolo di una corretta ed etica informazione da parte delle aziende serve alle stesse per presentare il valore terapeutico dei farmaci vecchi e nuovi; serve ai medici per avere opportunità e consapevolezza nelle prescrizioni; serve al Servizio sanitario nazionale per meglio indirizzare la spesa farmaceutica, risparmiando – laddove possibile – e garantendo l’accessibilità ai farmaci migliori per tutti i cittadini.
Il rischio – denuncia il sindacato – è che si mescolino “clamorosamente le due distinte figure professionali”, o ancor peggio che siano messe “in competizione tra loro”. “Più evidente è poi la pratica di assunzione di venditori (gli stessi ex informatori espulsi, il cui know how garantisce professionalità e competenze) con contratti individuali che garantiscono alle aziende maggiore flessibilità ed economicità ma un’eccessiva instabilità per i lavoratori”.
I manager commerciali delle imprese, infatti, “spingono gli Isf contrattualizzati a superare la legislazione vigente con azioni e mezzi sempre più coercitivi e pressanti – prosegue la Filctem –, quali: premi economici legati ai risultati di vendita; affiancamenti durante lo svolgimento dell’attività da parte dei manager, con finalità di pressione psicologica e controllo; spinte verso la registrazione delle propensioni di prescrizione da parte dei medici; provvedimenti disciplinari sempre più cogenti rispetto ai risultati di fatturato. In alcuni casi si è perfino giunti al licenziamento individuale per motivi economici, utilizzando impropriamente il calo del fatturato generato dai prodotti pubblicizzati nell’area territoriale di azione dell’Isf, come se fosse un ‘mero’ venditore”.
“Questa deriva – denuncia sempre la Filctem – sta disincentivando tanti giovani dallo studio di una professionalità non ritenuta più strategica dal sistema, perdendo l’opportunità di una occupazione di qualità, altamente gratificante e stimolante, tanto da costringere molti Atenei italiani a cancellare il corso di laurea dalla propria offerta formativa”.
Viste le leggi dello Stato ancora vigenti che regolano la disciplina, è cresciuta nel tempo una articolata regolamentazione regionale in deroga, quindi, ai principi generali delle leggi sopra richiamate. Dunque, per il sindacato, è necessario riaprire una discussione sull’argomento con tutti i soggetti interessati, sia dal punto di vista legislativo che contrattuale.
“Peraltro, con il ripetersi di fatti criminosi che riguardano i rapporti di alcune aziende farmaceutiche, o di alcuni soggetti apicali delle stesse con medici accondiscendenti (gli ultimi clamorosi esempi quelli della Campania e dell’ortopedico di Milano), si corre il rischio di adottare soluzioni dettate dalla sola onda emotiva”.
Altro tema contingente è quello, appunto, delle delibere regionali sulla regolamentazione dell’attività di informazione scientifica negli ambulatori medici territoriali e negli ospedali. Sono, infatti, moltissimi i casi già acclarati in cui oltre alle previste delibere regionali, nei territori se ne sommano anche altre adottate da singole Asl e da aziende ospedaliere. “Ciò inevitabilmente aumenta la confusione normativa – spiega la Filctem –, generando contraddizioni con le linee-guida di Aifa concordate nella Conferenza delle Regioni. Molti sono infatti i casi già denunciati dalla Filctem su delibere che non tengono in considerazione l’orario di lavoro dei soggetti interessati (medici ed informatori) e che negano la compresenza nelle sale d’aspetto degli ambulatori di Isf e pazienti, utilizzando nella costruzione del documento le norme del codice di anticorruzione che nulla ha a che fare con l’attività di informazione scientifica”.
Su questo punto il sindacato chiede “un intervento del Governo e dell’Aifa che metta un freno alla proliferazione legislativa, riconducendo le delibere alla sola dimensione regionale, chiedendo il pieno rispetto dei dettami delle linee-guida concordate dall’Aifa nella Conferenza delle Regioni”.
Al convegno – introdotto da una relazione di Sergio Cardinali, del Dipartimento chimico-farmaceutico della Filctem-Cgil nazionale – hanno dato la loro adesione importanti personalità del mondo scientifico, imprenditoriale, sindacale e istituzionale (vedi locandina), a cominciare proprio dalla partecipazione del sottosegretario di Stato al ministero per la Salute, Davide Faraone. Le conclusione del convegno sono affidate al segretario generale della Filctem-Cgil, Emilio Miceli.