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Informatori scientifici della Sardegna: “Figli di un Dio minore”

I 1500 informatori scientifici della Sardegna sono gli unici in tutta Italia a non aver ripreso la loro attività negli ospedali: a sollevare il problema sono le categorie di settore, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, che hanno inviato una rischiesta di incontro urgente all’assessore alla Sanità.

“Registriamo un notevole e preoccupante ritardo da parte della Regione – hanno detto i segretari regionali Francesco Garau (Filctem), Marco Nappi (Femca) e Piero Loi (Uiltec) – sulla complessiva ripartenza del sistema sanitario e, per quanto riguarda il nostro comparto, sulle linee guida per l’attività degli operatori scientifici che rappresenta un supporto per i medici ospedalieri, non solo quelli degli ambulatori specialistici, o i medici di base e i pediatri”.

La Regione infatti, il 28 maggio ha deliberato il via libera alla ripresa dell’attività scientifica negli studi professionali e ambulatori degli specialisti, dei medici di medicina generale e dei pediatri, ma non ha sdoganato l’attività di informazione scientifica in ambito ospedaliero, provocando l’interruzione di un servizio di pubblico interesse finalizzato al corretto uso dei medicinali e inibendo la sua funzione di farmacovigilanza e di informazione sulle variazioni delle schede tecniche dei farmaci.

“Stiamo parlando di 1500 professionisti della salute altamente qualificati, che si trovano già in condizioni di difficoltà economica per il lungo lockdown e che ora hanno urgente necessità di riprendere a pieno ritmo la loro attività”, hanno detto Garau, Nappi e Loi, sottolineando l’importante ruolo svolto dagli operatori nell’informare la classe medica sul corretto utilizzo dei medicinali: “Una attività che ha necessità, come tante altre di pari importanza, di essere svolta in presenza con tutte le tutele e i protocolli necessari”.

Sassari notizie – 30 giugno 2020

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Redazione Fedaisf

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