http://rassegna.lavoro.gov.it/PDF/2011/2011-09-29/2011092919787208.pdf
Era uno dei poli produttivi d’ eccellenza nel Lazio. Adesso sembra perdere colpi. L’ industria farmaceutica a Roma e nelle altre provincie della Regione continua a tagliare posti di lavoro anche se in molti casi i dati economici delle aziende sembrano addirittura positivi. «Scelte inevitabili nel panorama di crisi per restare competitivi», dicono le industrie. «Non sono scelte inevitabili, ma è il risultato di politiche che tendono solo alla massimizzazione dei profitti», replicano i sindacati. L’ ultima colpo al settore arriva dalla Pfizer, il colosso multinazionale che fra i vari prodotti commercializza il Viagra: pochi giorni fa ha annunciato l’ apertura della procedura per mettere in mobilità 181 addetti, impiegati come informatori medici del farmaco. E di questi quasi 40 farebbero capo a Roma e al Lazio. Una notizia che arriva mentre è ancora in corso la durissima vertenza dei lavoratori della Merck Sharp & Dohme: questa azienda sta affrontando la quarta ristrutturazione aziendale nel giro di pochi anni e vuole mandare via oltre 200 informatori in tutta Italia, fra cui alcune decine a Roma e nel Lazio. Senza considerare gli oltre 150 esuberi dichiarati pochi mesi alla Warner Chilcott Italy, che aveva acquisito il florido ramo farmaci della Procter & Gable, per poi decidere di mandare a decine e decine di lavoratori. Un panorama desolante. «Il settore è al centro di operazioni spesso strane, ci sono accordi fra le imprese per alleggerire il personale con acquisizioni, fusioni e cessioni. E a pagarne le spese sono sempre i dipendenti», sottolinea Alessandro Borioni della Cgil. Pa. Fo.
Foschi Paolo
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(29 settembre 2011) – Corriere della Sera