(AGENPARL) – Roma, 4 giu – FederAnziani plaude all’Aifa che, secondo la federazione della terza età, pone fine attraverso le dichiarazioni del suo direttore generale sullo shopping tra farmaci generici, alle polemiche sul tema degli equivalenti. Che si parli di “shopping” come fa l’Aifa o di “zapping” come fa invece Federanziani non fa differenza: passare da un farmaco all’altro e compromettere l’aderenza alla terapia è un rischio concreto e una pratica oramai diffusa. Ad innescare il dibattito sul tema erano state proprio le dichiarazioni del presidente di Federanziani, Roberto Messina, che pur apprezzando il successo dei generici, ha lanciato l’allarme ‘zapping farmaceutico’. Così che riporta il settimanale on line ‘figli e famiglia Magazine’. I dati sulle vendite dei farmaci equivalenti, diffusi da Assogenerici, mostrano un netto incremento, a seguito dell’entrata in vigore, nell’agosto del 2012, della norma che stabilisce l’obbligo di indicare il principio attivo nelle ricette. Un incremento che va letto positivamente e “ci avvicina all’Europa”, secondo il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ma che al tempo stesso rappresenta l’altro versante della perdita netta di fatturato delle aziende produttrici di farmaci “branded”, come afferma Farmindustria: “se l’obiettivo dell’introduzione della norma che prevede l’obbligo di prescrizione del principio attivo in ricetta era quello di spostare quote mercato da un gruppo di aziende a un altro, l’obiettivo è stato raggiunto. – commenta Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria -Prendiamo atto che a fronte di aziende che perdono oltre il 70% del fatturato, ce ne sono altre che invece aumentano i ricavi”. Sull’altro versante, Assogenerici ha espresso soddisfazione per il trend positivo del mercato degli equivalenti: “Aver semplicemente richiesto al medico di indicare anche la molecola accanto eventualmente al nome commerciale – commenta Enrique Hausermann, presidente di Assogenerici, – è stato utile a rendere chiaro al paziente che passare all’equivalente non significa ‘cambiare farmaco’, ma soltanto cambiare confezione e prezzo”. A frenare gli entusiasmi, evidenziando gli aspetti problematici legati all’uso dei farmaci generici, sono per primi i medici, che denunciano la confusione venutasi a creare negli ultimi mesi. Mesi che hanno visto un’accresciuta propensione ai cambi di medicinali e alla discontinuità terapeutica, a causa di una norma ancora da perfezionare. “Sì ai generici – è il commento del Presidente di FederAnziani Roberto Messina – ma chi li deve prescrivere sono i medici di medicina generale, ovvero gli unici che conoscono la nostra storia clinica e che pertanto riteniamo autorizzati a prescriverci i farmaci, e non i farmacisti”. Da Federanziani, dunque, così come dalla FIMMG, arriva subito un convinto sì alla proposta di Assogenerici di sedersi attorno ad un tavolo per dirimere una volta per tutte le problematiche legate all’uso dei farmaci equivalenti. Chi invece non sembra proprio digerire le osservazioni dei pazienti sono i farmacisti. Lo spostamento del potere decisionale dal medico al farmacista, avvenuto negli ultimi mesi, secondo Federanziani sta esponendo a gravi rischi i cittadini e in particolare gli over 65, che rappresentano i principali assuntori di farmaci. “I cittadini – spiega Messina – riconoscono il medico di famiglia come garante delle sostanze chimiche che assumono. Non si dovrebbe lasciare a un soggetto terzo come il farmacista la scelta di quale scatola consegnare
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