Per il 60% negli ultimi 10 anni gli sprechi e il malaffare in sanità sono aumentati. Quasi il 60% degli intervistati ha risposto di “essere preoccupato per il decreto sull’appropriatezza prescrittiva voluto dal ministro Lorenzin per limitare proprio gli esami più a rischio spreco”
Pubblicato il: 24/11/2015 . adnkronos salute
Alle 5 domande che riguardavano gli sprechi in sanità hanno risposto 1.849 soggetti, il 95% medici (1.757) di cui 74% uomini. Le Regioni più rappresentative sono state la Lombardia (226), la Campania (205), la Sicilia (160) e la Puglia (116). Nella classifica degli sprechi in corsia – secondo gli intervistati – figurano gli esami inutili (34,21%), la burocrazia (26,97%), il malaffare (23,64%), la poca preparazione dei manager (15,18%). Mentre sulle misure per contrastare gli sprechi, il campione intervistato si divide: secondo il 48,6% dei medici interpellati, le iniziative come la spending review e i costi standard possono “contribuire a contrastare il fenomeno”. Visione opposta per il 33,8% che sottolinea come “non servono”, il 17,5% è invece indeciso e ha risposto con un “non so”.
Una diga contro gli esami inutili doveva essere il decreto sull’appropriatezza prescrittiva voluto dal ministro Lorenzin per limitare proprio gli esami più a rischio spreco, con una ‘black list’ di 202 prestazioni e la possibilità di sanzionare i camici bianchi che non rispettano i criteri e le condizioni di appropriatezza. Quasi il 60% degli intervistati ha risposto di “essere preoccupato per queste misure”. E infatti l’annuncio del provvedimento la scorsa estate aveva immediatamente generato la levata di scudi dei sindacati di categoria. Secondo quanto apprende l’Adnkronos Salute, il testo potrebbe andare in Conferenza Stato-Regioni il 26 novembre se alcune modifiche sugli allegati tecnici, richieste dalle Regioni, saranno accolte dal ministero. Un ‘ping-pong’ istituzionale che potrebbe arrivare a una soluzione a ridosso dello sciopero nazionale dei medici il 16 dicembre.
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