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In Gazzetta il Dlgs di recepimento direttiva Ue contro la contraffazione dei medicinali

Se ogni paziente rispettasse le indicazioni mediche e assumesse i medicinali prescritti (possibilmente generici, se disponibili), in America si risparmierebbero miliardi di dollari ogni anno. È quanto rivela il rapporto "2013 State of the States: Adherence Report" stilato da Cvs Caremark, in cui si sottolinea il valore farmacoeconomico della compliance. Gli autori del rapporto hanno effettuato una stima dei potenziali risparmi ottenibili in ogni Stato in quattro condizioni cliniche (diabete, ipertensione arteriosa, dislipidemia, depressione) dopo aver analizzato i tassi di aderenza al trattamento così come la relativa prescrizione di farmaci generici. Secondo gli autori «il potenziale risparmio nel complesso si aggira dai 19 milioni di dollari ai 2,1 miliardi dollari, in base alle caratteristiche dei vari Stati». La relazione evidenzia inoltre che se i medici passassero da medicinali di marca a farmaci equivalenti meno costosi negli Stati Uniti ci sarebbe un risparmio di 13,4 miliardi dollari; anche perché, fa notare Troyen Brennan, responsabile medico di Cvs Caremark, la maggior parte dei pazienti trattati con i brand più costosi non ha mai cercato alternative generiche. In particolare, lo Stato che potrebbe giovarsi del risparmio maggiore è il Texas (1,4 miliardi di dollari), seguito dalla California (1,2 miliardi di dollari). Riguardo al problema dell’adesione alla terapia, il rapporto sostiene che molto può essere fatto nel rapporto faccia-a-faccia del paziente in farmacia, quando si può incidere sui comportamenti più che con «una busta chiusa o anche una telefonata». Ulteriori elementi individuati dai ricercatori come motivo di eccessiva spesa farmaceutica sono il ritardo nell’impostazione di una terapia Ebm, gli errori medici, l’uso inappropriato di antibiotici e il ricorso improprio ai politrattamenti. Infine, una forte quota di risparmio viene individuata nella commutazione delle terapie antiretrovirali a farmaci generici nei pazienti Hiv-positivi.

8 luglio 2013 – DoctorNews33

 

 

 

 

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