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In Campania 100 milioni risparmiati con l’uso dei biosimilari

Biosimiliari, in Campania quasi 100 milioni di risparmio annui sulla spesa farmaceutica

Il Roma – 1 marzo 2024

Impiego dei farmaci biosimilari (medicinali biologici altamente simili a uno già approvato di cui è scaduto il brevetto): ammonta a circa 70 milioni annui, sui 600 conseguiti a livello nazionale, il risparmio ottenuto dalla Campania sulla spesa farmaceutica pubblica, grazie a percorsi di cura ospedalieri e territoriali  messi in campo sin dagli anni che hanno preceduto la pandemia. Un modello di buone pratiche per la sostenibilità dei farmaci innovativi.

In questo ambito la Reumatologia (specializzazione che si occupa delle patologie autoimmuni) è stata la prima disciplina ad aver coinvolto anche gli specialisti ambulatoriali del territorio per la prescrivibilità ma da operatori e pazienti giunge ora la richiesta di estendere questo modello anche all’area della dermatologia e della gastroenterologia.

A mettere a fuoco luci e ombre nell’uso dei biosimilari nelle regioni italiane è Motore Sanità che ha organizzato stamani a Napoli al Centro direzionale una tavola rotonda tra amministratori, clinici, universitari e associazioni dei pazienti.

Un focus tematico dedicato alle opportunità delle terapie con farmaci biosimilari in vari ambiti clinici e alle urgenze del miglioramento degli assetti organizzativi con il contributo non condizionante di Sandoz.

“Puntare sui biosimilari non è una scelta ma un obbligo per la gestione sostenibile di una delle principali voci di costo delle cure sanitarie – ha sottolineato nel corso della tavola rotonda Antonio Postiglione, direttore generale del dipartimento Salute della Regione Campania – siamo del tutto propensi ad accogliere la richiesta di allargare la platea di pazienti che possono essere curati con farmaci innovativi ed ad alto coso replicando il modello creato per la Reumatologia.

Se la Campania – ha poi aggiunto – è riuscita a centrare il pareggio di bilancio, sui conti della Sanità, sin dal 2013, a fronte di un gravissimo deficit che ne limitava le possibilità di governo è stato proprio grazie agli interventi profondi di razionalizzazione della spesa sulle principali voci di costo. C’è ora una forte volontà di rendere compiuto il lavoro avviato negli anni. L’alternativa è fornire meno servizi ma a pagarne le spese sarebbero i pazienti. Per questo – ha concluso – ci aspettiamo risposte coerenti nel riequilibrio del riparto del Fondo sanitario nazionale e sul tetto alle assunzioni di personale che resta ancorato, per la Campania, al 2004 meno l’1,4%”.

“I farmaci biosimilari rappresentano una grande opportunità di cure innovative e sostenibili – ha sottolineato Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità – in un’epoca in cui l’innovazione e la ricerca hanno reso disponibili in quasi tutte le patologie cure costose che cambiano l’aspettativa di vita dei cittadini malati. La Campania ha dimostrato di potercela fare in questa sfida senza più strumenti assistenziali e in autonomia”

(… continua su Il Roma)

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Motore Sanità

RAZIONALE SCIENTIFICO

I farmaci biosimilari rappresentano una grande opportunità per la sostenibilità dei sistemi sanitari a livello mondiale. Attraverso il loro impiego, nel rispetto delle attuali normative Internazionali e Nazionali è opinione comune che si possa consentire il trattamento attraverso cure consolidate nel tempo dai dati real world, efficaci, sicure, per un numero maggiore di pazienti, garantendo più salute a parità di risorse.

Inoltre in un’epoca in cui l’innovazione, introdotta da una propulsione straordinaria della ricerca, ha reso disponibili in quasi tutte le patologie, cure costose ma che cambiano l’aspettativa di vita dei cittadini malati, i biosimilari rappresentano una grande opportunità per creare sostenibilità e garanzia di accesso all’innovazione stessa.

E molto chiara è la posizione dell’ente regolatorio Nazionale AIFA, che nel suo 2° documento “Position Paper sui Farmaci Biosimilari”, chiarisce ogni aspetto critico legato all’utilizzo di queste importanti opzioni terapeutiche. La scelta di trattamento rimane una decisione clinica affidata al medico e concordata con il paziente.

Per questi motivi è fondamentale promuovere un dialogo costruttivo tra il medico e il paziente sulle scelte terapeutiche a disposizione, contribuendo, così, alla formazione di pazienti consapevoli e partecipi”.

Ma a che punto siamo dall’introduzione dei primi biosimilari ad oggi nelle varie regioni? Vi è stato un allargamento delle popolazioni da trattare? E’ stata colta l’opportunità con l’uso dei Biosimilari di ottenere risorse dai bilanci regionali in grado di dare accesso rapido all’innovazione?

Motore sanità ritiene, attraverso il monitoraggio di quanto sta accadendo nelle diverse regioni, che sia il momento di aprire un nuovo dialogo su questo aspetto cruciale, condividendo criticità realizzative e buone pratiche adottate nei diversi territori.

 

Redazione Fedaisf

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