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Ims, da e-commerce poche soddisfazioni ma resta canale del futuro

«Analizzato un campione di 800 farmacie è emerso che il 70% è sul web, almeno attraverso una presenza su motori di ricerca aziendali che riportano indirizzo e informazioni basilari ma ad avere un sito è il 23% del campione»

Giovedì, 13 Novembre 2014 – Farmacista33

La maggior parte delle farmacie ha una presenza sul web, anche solo all’interno di motori di ricerca specializzati, ma ad avere un sito è un quarto e meno dell’8% effettua vendite online del parafarmaco, anche se non sono poche le farmacie che guardano all’e-commerce per il futuro. È questo uno degli spunti usciti dall’intervento di Filippo Boschetti, principal dell’area consulenza di Ims Health, ospitato all’interno dell’evento Retail Salute organizzato da Paola Gallas Networking che si è tenuto ieri a Milano.

Tanti i temi toccati ma a emergere anche una riflessione sull’e-commerce in farmacia: «Da una recente Survey, in cui abbiamo analizzato un campione di 800 farmacie» spiega Boschetti «è emerso che il 70% è sul web, almeno attraverso una presenza su motori di ricerca aziendali che riportano indirizzo e informazioni basilari ma ad avere un sito è il 23% del campione e poco meno dell’8% effettua vendite online di prodotti come nutraceutici, dermocosmesi e elettromedicali.

Un dato interessante è che il 70% delle farmacie presenti con un canale di vendita non è soddisfatto, ma non disinveste, e anzi il 30% del campione sostiene di guardare all’e-commerce come possibilità per il futuro».

Tra le tematiche affrontate nell’intervento, anche un focus sulle modalità di approccio delle aziende retail alle farmacie: «C’è in atto» continua Boschetti «una revisione del modello commerciale delle aziende nel loro relazionarsi alla farmacia. Alcune imprese infatti hanno deciso di affiancare alla propria forza vendita interna, composta da agenti, esperti, talvolta esterni: la tendenza non è più solo quella di finalizzare la visita in farmacia per la raccolta ordine e gestione dello stock ma arricchire il servizio con attività di educazione medico-scientifico light, commercial education, con focus per esempio su merchandising, category management, o training sulle tecniche di management o di negoziazione e così via».

Una visita quindi che «offra servizi aggiuntivi e più specialistici, in qualche modo vicini a quella che è l’offerta di molte cooperative e aggregazioni». A essere messo in luce è anche un altro fenomeno: «A fronte di un progressivo disinvestimento da parte delle aziende farmaceutiche sul medico di medicina generale a favore invece di una maggiore attenzione alle farmacie – tanto che dal 2010 a oggi si è avuta una riduzione degli investimenti promozionali sul medico del 7,9% e un aumento della vendita diretta in farmacia del 3,2% -, la collaborazione tra medici e farmacisti, legata anche al contesto della territorializzazione delle cure, è vista da parte delle aziende con interesse, in termine di possibilità di presidio del territorio».

Francesca Giani

Redazione Fedaisf

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