Accusati di evasione e riciclaggio Giovanni e Lucia Aleotti, figli del fondatore, l’accusa per il patròn novantenne stralciata per motivi di salute
Giovanni e Lucia Aleotti, figli di Alberto Aleotti patron della Menarini, la più grande azienda farmaceutica italiana, sono stati rinviati a giudizio dal gup di Firenze nel procedimento sulla gestione dell’azienda farmaceutica. Le accuse sono evasione fiscale e riciclaggio e, per Lucia Aleotti, anche corruzione. La posizione di Alberto Aleotti, 90 anni, è stata stralciata per motivi di salute.
Oltre ai fratelli Aleotti, sono andati a giudizio anche tre loro collaboratori: Giovanni Cresci, Licia Proietti e Sandro Casini. Hanno patteggiato pene da 6 mesi a un anno e 10 mesi quattro amministratori di società svizzere: Roberto Verga, Roberto Noseda, Simona Quadri e Pier Franco Riva. Tre gli assolti, un autotrasportatore e due legali rappresentanti di società estere.
Per l’accusa, sovrafatturando l’acquisto di principi attivi attraverso una serie di società estere fittizie per 30 anni la Menarini avrebbe “gonfiato” il prezzo dei farmaci truffando lo Stato attraverso i rimborsi del Servizio sanitario nazionale. Nell’arco dell’inchiesta, come cifra equivalente all’illecito, la procura ha fatto sequestrare 1 miliardo e 200 milioni di euro alla famiglia Aleotti, provvedimento poi annullato dalla Cassazione dopo un complesso iter giudiziario.
«In dibattimento – hanno spiegato i difensori, gli avvocati Alessandro Traversi, Mario Casellato e Roberto Cordeiro Guerra – quando ci sarà l’opportunità di un approfondimento, dimostreremo l’assoluta infondatezza dell’accusa. In fase di udienza preliminare le valutazioni del giudice non possono essere particolarmente approfondite. Ricordiamo, inoltre, il felice esito già ottenuto dalla Cassazione riguardo il sequestro».
13 giugno 2013 –