Il Senato approva la “mototerapia” (nel senso di motociclo)

Cos'è la mototerapia e perché gli scienziati protestano contro la legge approvata in Senato

Cos’è la mototerapia e perché gli scienziati protestano contro la legge approvata in Senato

Il riconoscimento come terapia complementare non è supportato da evidenze scientifiche che ne possono dimostrare l’efficacia

Marta Musso per Wired – 21 novembre 2024

Cè la pet therapy, la musicoterapia, l’ortoterapia e poi c’è la mototerapia, per cui ieri, 20 novembre, il Senato ha approvato in via definitiva il ddl. Si tratta, in poche parole, di una “terapia complementare”, così viene definita, che utilizza una moto per motivare e migliorare il benessere dei pazienti con gravi malattie.Ma bisogna fare una doverosa premessa, soprattutto per non alimentare false speranze: non c’è alcuna evidenza scientifica che ne dimostri l’efficacia e il beneficio. Una legge, quindi, che ha sollevato non poche polemiche tra scienziati e opposizione. Ecco di cosa si tratta nel dettaglio.

La mototerapia

La mototerapia è un progetto ideato dal campione di motocross Vanni Oddera,  in cui piloti formati usano moto elettriche, in aree protette (anche all’interno degli ospedali), per fare delle demo di freestyle motocross e successivamente far salire i pazienti sulla moto per un giro insieme. La legge, quindi, mira al riconoscimento della pratica con la moto (Freestyle Motocross Therapy, Fmx), quale terapia complementare, ossia che può essere utilizzata in associazione con la medicina convenzionale, per migliorare l’esperienza dell’ospedalizzazione. “Ogni terapia complementare contribuisce a garantire quella dimensione umanizzata e più dignitosa della cura e interpreta l’unicità della persona a partire dalle sue emozioni e dal suo diritto di essere felice, anche in contesti ospedalieri, anche in situazioni dolorose e complesse, anche e soprattutto per i bambini che possono godere di un momento di adrenalina, di svago, di un’emozione che determina in loro entusiasmo e stimola la voglia di reagire”, ha spiegato il ministro per le disabilità Alessandra Locatelli.

Lo sconforto della scienza

Per essere intesa come tale, ricordiamo, una terapia deve essere supportata dalla letteratura scientifica e da una rigorosa validazione. Tra i primi esperti a muovere critiche contro il riconoscimento della mototerapia come terapia complementare c’è stata la senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo, che ha espresso il proprio voto contrario al disegno di legge, definendola “una legge-spot senza capo né coda”. Secondo l’esperta, infatti, l’approvazione del ddl Mototerapia sarebbe “una nuova imbarazzante pagina della legislazione antiscientifica di questa Legislatura, come ce ne sono già state altre”. È un parlamento, aggiunge l’esperta, “totalmente incapace di distinguere tra realtà e finzione quando si parla di medicina e scienza”.

L’importanza dell’evidenza scientifica

Sebbene vada riconosciuto l’importante ruolo di alcune attività che mirano al miglioramento del benessere, come quelle ludico-ricreative che si svolgono soprattutto nei reparti pediatrici, senza alcun bisogno di leggi, “credo che sia assolutamente tossico definire ‘terapie’ attività prive di alcuna minima evidenza di beneficio, poiché alimenta confusione e false speranze”, sottolinea Cattaneo. Non esiste, infatti, alcuna prova a sostegno della proposta e della promozione della mototerapia, in quanto “non è terapia integrativa e nemmeno complementare, bensì attività ludica come gli scacchi o il pallone”, aggiunge l’esperta. Infatti, l’unico studio che è stato citato a sostegno della legge, che tratta di malattie oncologiche pediatriche, “ha un impianto metodologico fortemente carente (…) privo di un gruppo di controllo o di un follow-up rispetto all’effetto su parametri medici misurabili”, spiega Cattaneo. Inoltre “nei cinque anni successivi alla pubblicazione è stato citato zero volte (tranne che dai suoi stessi autori), nonostante siano decine di migliaia gli studiosi e le pubblicazioni che si occupano di malattie oncologiche pediatriche”.


Ministro della Disabilità

20 novembre 2024

“Sono molto contenta di annunciare l’approvazione in via definitiva nell’Aula del Senato della proposta di riconoscimento della Mototerapia quale terapia complementare. Il concetto di salute già da anni si è evoluto, superando le negatività collegate allo stigma della malattia, e ha posto al centro dei percorsi di cura e di riabilitazione la Persona nella sua interezza e unicità. L’umanizzazione delle cure è questo: promozione di luoghi di cura più adeguati alla Persona, dignità della vita e qualità dell’assistenza, e le terapie complementari, che si affiancano a quelle convenzionali, senza mai sostituirle, vanno esattamente in questa direzione”. Così il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli.

“Sono convinta che la cura passi certamente dalle terapie, dai medici, dagli ospedali ma che spesso sia indispensabile anche un sostegno emotivo, momenti relazionali e umani che devono far superare la solitudine e assicurare alla persona maggiore dignità per poter affrontare sfide che sono molto complesse e talvolta molto dolorose”.

“In questa prospettiva – aggiunge il Ministro – si pone la proposta di legge presentata dall’onorevole Panizzut, che ringrazio, e che è un segnale importante di cambiamento, un primo passo per garantire uniformità su tutto il territorio nell’erogazione delle attività attraverso delle linee guida specifiche ma che sottolinea anche la rilevanza delle terapie complementari nel tempo in cui viviamo. Ringrazio anche Vanni Oddera che ha ispirato la proposta. Questo provvedimento inaugura un modello di approccio importante per il riconoscimento anche delle altre terapie complementari quali musicoterapia, arte terapia, clown terapia, terapia con gli animali, che tutti conoscono e che già da tempo affiancano e supportano ospedali, strutture socio sanitarie e altre realtà”.

“Ogni terapia complementare contribuisce a garantire quella dimensione umanizzata e più dignitosa della cura e interpreta l’unicità della persona a partire dalle sue emozioni e dal suo diritto di essere felice, anche in contesti ospedalieri, anche in situazioni dolorose e complesse, anche e soprattutto per i bambini che possono godere di un momento di adrenalina, di svago, di un’emozione che determina in loro entusiasmo e stimola la voglia di reagire – sottolinea -. Ecco, sono convinta che anche la situazione più drammatica in cui una persona o la sua famiglia si possono trovare, possa essere meno triste o angosciata o vissuta in solitudine, se c’è la possibilità di avere relazioni, di vivere emozioni, di godere di qualche momento di svago e di potersi rappresentare al di fuori dell’etichetta che una patologia grave, oncologica, rara, degenerativa o una disabilità talvolta possono determinare”.

“Sono sempre di più le terapie complementari che sanno cogliere le esigenze di chi vive un percorso di cura sanitaria complesso, temporaneo o permanente; e sono migliaia le persone che volontariamente si dedicano agli altri, e tantissime le associazioni che con la loro creatività e con impegno riescono a portare un sorriso in più – conclude il Ministro Locatelli -. Grazie a tutti dunque perché siete una parte fondamentale nella vita di tante persone. E grazie a tutte le persone e le famiglie che con la loro forza hanno stimolato tante di queste realtà”.

Alessandra Locatelli, laureata in Sociologia, ha svolto esperienze di volontariato in Italia in diverse strutture sociali e socio sanitarie, presso associazioni che si occupano di sport e disabilità, nei servizi di urgenza ed emergenza, e in Africa in centri per bambini

 

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