L’indagine, quasi 3 trial su 10 nessuna divulgazione a 4 anni dalla fine
Serve più trasparenza nella ricerca medica e in particolare nella sperimentazione clinica: i risultati dei test su nuovi farmaci, vaccini e dispositivi vanno divulgati qualunque sia il loro risultato, positivo o negativo.
E’ il richiamo lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità, per favorire la condivisione delle conoscenze scientifiche e promuovere la salute pubblica di tutti i pazienti, garantendo che le decisioni sulla sicurezza e l’efficacia dei prodotti innovativi siano supportati dalle migliori evidenze disponibili.
L’agenzia ginevrina cita un’indagine che ha analizzato i risultati di ampi studi clinici registrati sul sito clinicaltrials.gov e completati entro il 2009: per il 23% dei trial non sono stati riportati gli esiti dopo una media di 60 mesi dal completamento, per un totale di quasi 300 mila pazienti coinvolti.
E ancora: tra gli studi clinici randomizzati sui vaccini contro 5 malattie, registrati tra il 2006 e il 2012 in una varietà di database, solo nel 29% dei casi i risultati sono stati pubblicati su riviste scientifiche entro i 24 mesi dal completamento, rispettando la tempistica raccomandata dall’Oms.
Infine, in un altro studio che ha preso in esame 400 trial clinici selezionati casualmente, è emerso che per quasi il 30% degli studi a 4 anni dal completamento non sono stati pubblicati i risultati, né in una rivista scientifica né in un registro di sperimentazione clinica.