Novartis si conferma il più grande datore di lavoro nel settore con oltre 135.000 persone. Il rapporto mostra inoltre che nelle biotech e nelle aziende iper-specializzate i posti di lavoro stanno crescendo, più che compensando la perdita dipendenti nelle Big Pharma.
I livelli di occupazione nelle Big Pharma sono scesi solo del 3% nel decennio 2003-2013. Una stima – contenuta in un rapporto Ep Vantage – che sembra placare i timori che il consolidamento del settore e le ristrutturazioni aziendali passate e presenti portino a ingenti tagli del personale. Il rapporto mostra inoltre che nelle biotech e nelle aziende iper-specializzate i posti di lavoro stanno crescendo, piu che compensando la perdita dipendenti nelle Big Pharma. L’organico e più che raddoppiato negli ultimi 10 anni nelle aziende con capitalizzazione di mercato di oltre 30 miliardi di dollari, ma che non sono tradizionalmente considerate Big Pharma. Parte di questo aumento e il risultato di acquisizioni, anche se questo fattore non ha influito per gruppi come Novo Nordisk, Gilead Sciences e Regeneron, che hanno visto il oro personale raddoppiare, triplicare o addirittura quadruplicare, solo grazie alla crescita.
Novartis rimane il piu grande datore di lavoro nel settore, con oltre 135.000 persone. La sua fusione nel 2010 con Alcon ha portato ‘a bordo’ quasi 16.000 nuovi dipendenti, ma questo spiega solo in parte i 57.000 posti di lavori in più fra 2003 e 2013. Bristol-Myers Squibb e Pfizer detengono invece il record di contrazione dell’organico, avendo tagliato il 36% dei loro dipendenti.
Infine, oltre a Valeant, l’azienda che ha assunto di più nel 2013 in termini percentuali e stata Pharmacyclics, che ha più che raddoppiato il proprio organico di 484 persone per supportare il lancio di un nuovo farmaco contro il cancro.
“Se si sogna una carriera lunga nella farmaceutica – consiglia Lisa Urquhart, editor di Ep Vantage – oggi e meglio puntare su aziende un po’ più piccole”.
Barbara Di Chiara – 07 luglio 2014 – PharmaKronos
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