Pearson, AD di Valeant, consigliava di comprare, non costruire; di tagliare il personale e la spesa per la R&S, non investire; d’impostare traguardi ridicolmente ambiziosi, come ad esempio far arrivare in un istante a $20 miliardi di vendite una piccola azienda farmaceutica canadese che ne fa $800 milioni; di finanziare questa espansione del 25X con i proventi provenienti dai sottoscrittori di Wall Street, non coi propri guadagni.
FRANCESCO SIMONCELLI, PUBBLICATO:
No, durante gli ultimi 90 giorni Valeant non è stata colta in flagrante mentre vendeva veleno o torturava gatti. Negli ultimi sei anni non ha fatto altro che perseguire aggressivamente tutte le strategie d’ingegneria finanziaria che sono venerate e premiate nel casinò di Wall Street.
Infatti l’evoluzione di Valeant durante suddetto periodo è dovuta solamente all’ingegneria finanziaria. Cioè, era una creatura di Goldman Sachs e di vari dealer, assicuratori, hedge fund e società di consulenza che navigano nel mare della finanza delle bolle.
Questa gente ha trasformato i piani alti delle grandi aziende americane in bische clandestine, attirando e ricompensando le società speculatrici e ponendo i bucanieri a
In questo caso il principale agente di distruzione è stato un ex-consulente di McKinsey & Co., Michael Pearson, il quale è diventato amministratore delegato di Valeant nel 2008.
Pearson ha trascorso un’intera carriera nella scuola Dennis Kozlowski/Tyco di strategia aziendale. Cioè, consigliando ai clienti di comprare, non costruire; di tagliare il personale e la spesa per la R&S, non investire; d’impostare traguardi ridicolmente ambiziosi, come ad esempio far arrivare in un istante a $20 miliardi di vendite una piccola azienda farmaceutica canadese che ne fa $800 milioni; di finanziare questa espansione del 25X con i proventi provenienti dai sottoscrittori di Wall Street, non coi propri guadagni. Ha replicato in tutto e per tutto la strategia Tyco: anche spostare il quartier generale aziendale alle Bermuda per pagare meno tasse.
J. Michael Pearson, 56 anni, CEO e Direttore di Valeant Pharmaceuticals International, Inc., nel corso dell’anno fiscale 2014 ha percepito un compenso totale di $ 10.275.928
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N.d.R.: La globalizzazione, intesa come la finanziarizzazione dell’economia, la riforma del mercato del lavoro, l’attacco ai sindacati, la liberalizzazione dei movimenti di capitali, entra nella filosofia che sta alla base di molte decisioni e scelte delle imprese farmaceutiche.
Questa filosofia ha trasformato le imprese da istituzioni, per così dire, sociali in cui si intrecciavano gli interessi dei lavoratori, dei proprietari, delle comunità territoriali, dello Stato, dei fornitori, dei pazienti in puri flussi di cassa. Il criterio dominante è la massimizzazione del valore per l’azionista. La sola cosa che conta per l’azionista è il valore di mercato dell’impresa indicato dal corso dei titoli azionari. Gli interessi di lavoratori, fornitori, comunità locali, sono irrilevanti.
Come irrilevanti sono i criteri che un tempo indicavano il successo di un’impresa, come la dimensione raggiunta, il fatturato, il numero di dipendenti, la leadership tecnologica, la posizione di mercato, l’etica. È evidente che quello che viene speso per distribuire dividendi, interessi, “stock options”, acquisizione di azioni proprie, non è disponibile per investimenti produttivi, meno che mai in ricerca e sviluppo dato che questi ultimi promettono rendimenti relativamente lontani ed incerti.
Gli investitori non possono attendere tanto. L’Impresa deve produrre ininterrottamente profitti e plusvalenze. Da qui acquisizioni e fusioni per compensare il deficit di ricerca, da qui non assumere dipendenti con contratti stabili, da qui le pressioni affinché i lavoratori e sindacati diano prova di “moderazione salariale”, da qui la chiusura di unità produttive il cui rendimento, anche se elevato, risulti inferiore alla media delle società concorrenti, da qui il ricorso a cessioni di ramo d’azienda, alla mobilità, ai licenziamenti collettivi, alla delocalizzazione.
L’A.D. di Valeant, Pearson, è stato un ligio esecutore della filosofia della finanziarizzazione delle imprese farmaceutiche nel mercato globale. Ma alla fine, almeno nel settore farmaceutico, se il fine è solo il profitto, legittimo di per sé, ma il prodotto è irrilevante i nodi prima o poi vengono al pettine.