MILANO – Stop ai crediti a pioggia, in futuro premieranno solo il merito. Lo afferma il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini, in riferimento alla questione segnalata dal Corriere della Sera relativa ai crediti assegnati dall`Università Parthenope di Napoli agli iscritti ad una organizzazione sindacale. «Con la circolare n. 160 del 4 settembre – afferma Gelmini – ho dato disposizioni affinché il massimo dei crediti extrauniversitari riconosciuti a uno studente scendesse drasticamente da 60 a 30. Tra l’altro ho fortemente voluto che si escludesse tassativamente qualsiasi forma di convenzione con organizzazioni di vario tipo».
CREDITI EXTRAUNIVERSITARI – Inoltre, prosegue il ministro «ho fatto in modo che fosse prevista la possibilità di un riconoscimento al singolo studente su un’accertata esperienza. Ho dato poi disposizioni all’ufficio legislativo del Ministero di verificare la possibilità di ridurre ulteriormente i crediti extrauniversitari attribuiti dagli Atenei, perché ritengo siano contrari a una logica di tipo meritocratico e moderno».
Ma per quanto possa sembrare inverosimile, convenzioni come quella appena stipulata dall’ateneo delle «dieci famiglie », come la definì nel giugno 2007 un articolo di Repubblica , nelle università italiane non sono affatto rare. Quando alla fine degli anni Novanta con la riforma voluta dal centrosinistra vennero istituite le lauree triennali, si decise di riconoscere crediti formativi accumulati con l’esperienza lavorativa. C’era una disposizione europea. Ma in Italia l’opportunità diventò ben presto occasione per i furbi. Da lì al malcostume vero e proprio il passo fu breve. E il malcostume dilagò. Si arrivò a regalare i pezzi di carta: c’erano convenzioni che consentivano di vedersi abbuonare anche tutti i crediti formativi del corso di laurea. Bastava discutere la tesi. E in qualche caso neanche quello.
Naturalmente dietro pagamento di rette profumate.
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