Lunedì, 10 Settembre 2012
di Paolo Fallico
Quando abbiamo fatto notare al ministro Renato Balduzzi, titolare del dicastero della Salute, che ormai è quasi una star, ha sorriso. Era in posa a fianco ad un signore ricciuto davanti all’obbiettivo della macchina fotografica della moglie di quest’ultimo. La politica come spettacolo? Chissà. Ma alla festa del Pd, nel grande parco di Piazza d’Armi è appena stata rappresentata la commedia: "Dei lamenti e delle promesse", atto unico. Ricca di pathos, di nobili intenti, di ansie e di opportune rassicurazioni, ed imperniata sull’antica arte della più stantia retorica politica: quella della mediazione a qualsiasi costo.
Un po’ per tradizione ed inveterata abitudine, tecnico o no che sia il governo in carica, un po’ per necessità. E perché, riconosciamolo, non deve essere facile barcamenarsi tra le diverse esigenze, a volte al limite dell’inconciliabilità e persino oltre, della "strana", anomala maggioranza su cui poggia l’esecutivo guidato da Mario Monti. Banchiere per vocazione, professore per passione e capo del Governo per l’occasione.
Speriamo sia quella buona; se non altro ci conforta che dopo il disastro berlusconiano nulla sarà come prima (per fortuna).
La pièce sul palco della festa democratica è appena conclusa, la sera di quest’otto settembre 2010 è calda e allegra. Niente proclami da radio Algeri con la voce di Eisenhower, né da Roma con quella di Badoglio, soprattutto niente armistizi, come in quell’altro otto settembre, quello del ’43.
Balduzzi lo dice chiaramente al taccuino di "Nuovasocietà": «Credo che riusciremo a mantenere il livello buono della nostra Sanità, ciò che stiamo facendo oggi servirà per il futuro».
Sì, ministro, ma il consigliere regionale Pd, Boeti; il segretario Cgil, Canta ed il presidente della Federazione nazionale Ordine dei medici sul palco l’hanno incalzata sulla questione dei tagli e dei finanziamenti…..
«Non ci saranno altri tagli, siamo al limite, ma con le Regioni dobbiamo trovare intese per razionalizzare la spesa. Ci sono ancora sprechi e cattiva gestione delle risorse, anche nelle Regioni virtuose, è necessario un impiego più oculato delle attuali risorse anche nella