Negli ultimi anni l’unica voce ad andare giù nella spesa sanitaria è stata quella relativa ai farmaci, ma nonostante questo tutte le manovre di tagli alla spesa degli ultimi anni si sono abbattute sul comparto con conseguenze rilevanti su imprese e cittadini. Sarà dedicato anche alla spending review e agli effetti sul diritto alla salute il convegno che domani, 18 settembre, riunirà le principali voci del settore presso l’Accademia Romana di Storia della Farmacia e Scienze Farmaceutiche.
“Il farmaco è sicuramente una voce di spesa importante, ma, diversamente dalla spesa sanitaria complessiva, negli ultimi anni è uno dei pochi con segno negativo”, spiega Pier Luigi Canonico, Presidente della Società Italiana di Farmacologia, ente promotore dell’incontro, che propone l’associazione nel ruolo di facilitatore per le scelte strategiche del settore farmacologico.” Occorre sviluppare una visione che veda il farmaco come una risorsa – continua – che consenta di produrre salute nel suo complesso, iniziando a considerare, anche in Italia, non solo il costo dello stesso, ma anche l’impatto sui costi sanitari diretti, e operare scelte anche drastiche, se necessario, per consentire che l’innovazione vera possa essere resa disponibile nel nostro Paese.”
Nel nostro Paese ogni anno si investe il 7% del Pil nel Piano della Salute, e nonostante questi investimenti siano di gran lunga inferiori rispetto ad altri Paesi europei, l’Ocse considera il nostro Servizio sanitario nazionale uno dei sistemi più efficienti del mondo. “L’industria farmaceutica – sostiene Pierluigi Antonelli, ad di Msd Italia e presidente dell’Italian American Pharmaceutical Group – è un comparto, centrale e strategico, che dà lustro all’Italia. Bastano pochi numeri per capire: 25 miliardi di produzione annua , un export pari al 61%, 2,4 miliardi di Euro all’anno di investimenti e 65.000 dipendenti altamente qualificati, dei quali 6.000 ricercatori”.
La quota destinata alla spesa farmaceutica, che da tempo è dichiarata insufficiente, si è ridotta drasticamente negli ultimi anni dal 17% al 14,7% ed ulteriormente a seguito dell’ultima Spending Review. “Negli ultimi sei mesi – prosegue Antonelli – abbiamo subito due manovre che hanno pesantemente impattato il nostro settore: 1,8 miliardi di Euro solo con la Legge 135/2012, che portano ad oltre 11 miliardi il contributo che l’industria farmaceutica ha portato nelle casse dello Stato negli ultimi cinque anni. E il “Decreto Balduzzi” sarebbe la terza manovra, con alcune misure estremamente pericolose per la sopravvivenza del settore in Italia.”