Il sillogismo è immediato: il medico trae la maggior parte delle sue conoscenze sui farmaci dagli informatori inviati dall’azienda; questi hanno tutto l’interesse a esaltare i vantaggi del prodotto occultandone i rischi. Il risultato è che il paziente rischia grosso.
Uno studio condotto su oltre 250 medici di tre Paesi (Francia, Canada e Stati Uniti) e pubblicato sul Journal of General Internal Medicine conferma questo timore: intervistati subito dopo l’incontro con il rappresentante della casa farmaceutica, quasi il 60 per cento dei medici interpellati ha dichiarato che non era stato fatto alcun cenno a nessuno degli effetti collaterali del medicinale presentato; di quelli gravi, poi, ha parlato solo il 6 per cento degli informatori.
E non si parla di acqua fresca: il 57 per cento dei prodotti per i quali non si è parlato di effetti collaterali avevano addirittura il “black box”, cioè il simbolo di particolare pericolo apposto sulla confezione dalla Food and Drug statunitense.
24 giugno 2013