Sanità – Previsto uno stanziamento aggiuntivo pari a 3 miliardi per l’anno 2024 (al quale devono aggiungersi le risorse PNRR e 300 milioni riconosciuti alla Regione Siciliana) e 4,2 miliardi a decorrere dall’anno 2026. Tra le misure previste, una indennità per medici e altro personale sanitario impegnati nella riduzione dei tempi delle liste di attesa. Si stanziano risorse pari a 250 milioni di euro per l’anno 2025 e 350 milioni di euro a decorrere dal 2026 per il potenziamento dell’assistenza territoriale anche con riferimento a nuove assunzioni di personale sanitario. Per i residenti stranieri, cittadini di Paesi non aderenti all’Unione europea, si prevede la possibilità di iscrizione negli elenchi degli aventi diritto alle prestazioni del SSN, versando un contributo di 2.000 euro annui. L’importo del contributo è ridotto per gli stranieri titolari di permesso di soggiorno per motivi di studio o per quelli collocati alla pari. (Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 54)
Nel dettaglio, all’articolo 41 si prevede il rifinanziamento del Servizio sanitario nazionale, all’articolo 42 la rideterminazione dei tetti della spesa farmaceutica, all’articolo 43 le modifiche alle modalità di distribuzione dei medicinali, all’articolo 44 le misure per l’abbattimento delle liste d’attesa, all’articolo 45 l’aggiornamento del tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie da privati, all’articolo 46 la proroga del finanziamento delle quote premiali in sanità, all’articolo 47 il finanziamento per aggiornamento dei Lea, all’articolo 48 il contributo al servizio sanitario nazionale, all’articolo 49 ‘l’ulteriore misure in materia di potenziamento del servizio sanitario nazionale e dell’assistenza territoriale. (Fimmg)
La Sanità conquista in manovra 3 miliardi in più che fanno salire il Fondo sanitario a quota 136 miliardi scongiurando così l’ipotesi di tagli rispetto al 2023 quando il Fondo ha raggiunto 134,7 miliardi. I fondi in più serviranno in particolare per finanziare il nuovo contratto dei medici: una partita da 2 miliardi che servirà a far crescere le loro buste paga. Il resto punta in particolare a finanziare un piano per abbattere le liste d’attesa con una doppia misura: detassazione degli straordinari del personale sanitario, ma anche delle nuove indennità di premio legate al taglio appunto dei tempi. In pista anche l’aumento della quota di iscrizione al Ssn che devono pagare gli extracomunitari che ora sale a 2mila euro. (Il Sole 24ORE)
Orazio Schillaci in audizione presso la Commissione Affari sociali del Senato ha spiegato le novità della manovra. Una prima proposta normativa prevede la rideterminazione del tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti nella misura dell’8,5% a decorrere dall’anno 2024 (oggi è all’8,3%) conseguentemente il tetto della spesa farmaceutica convenzionata è rideterminato al valore del 6,8% (oggi è al 7%) a decorrere sempre dall’anno prossimo. fermo il valore percentuale del tetto per acquisti diretti di gas medicinali. Quindi la proposta, fermo restando il valore complessivo del tetto di spesa al 15,30%, consentirà di liberare spazi attualmente sottoposti al payback”. I farmaci erogati in ospedale saranno poi resi disponibili anche nelle farmacie del territorio. Inoltre entro il 30 marzo 2024 e poi con cadenza annuale spetterà ad Aifa (sentita la Conferenza Stato-Regioni) la revisione del prontuario della continuità assistenziale ospedale-territorio nonché dell’elenco dei farmaci non coperti da brevetto che possono essere assegnati alla distribuzione in regime convenzionale attraverso le farmacie aperte al pubblico.
La risposta alle polemiche sui tagli
“Nel 2019 il Fondo sanitario nazionale era di 115 miliardi, negli anni Covid tra i 122 e i 127 miliardi”, ricorda la premier riferendosi alle polemiche sui tagli al settore. “Si tratta di 3 miliardi in più di quanto previsto”, precisa. “Nei giorni scorsi ho sentito che noi avremmo tagliato i fondi per la sanità. Le bugie non corrispondono alla realtà delle cose”. (Aboutpharma)
SMI. “Abbassamento rapporto spesa/PIL)
“La legge di bilancio 2024 anche se vede per la sanità un aumento del valore delle risorse che lievitano in termini assoluti, indica, allo stesso tempo, un abbassamento del rapporto tra spesa sanitaria e Pil che arriverà al 6,4% per gli anni 2024 e 2025 per poi riscendere nel 2026, in ogni caso al di sotto delle necessità del nostro Servizio Sanitario Nazionale”. Lo scrive in una nota Pina Onotri, Segretario Generale SMI (nella foto)
Manovra. Fesmed: “Specchietto per le allodole, non è così che si salva la sanità pubblica”
“Non serve a nulla aumentare i fondi se poi le risorse vengono utilizzate nel modo sbagliato. I medici, e in particolare i chirurghi e i ginecologi che la FESMED rappresenta, non ne possono più di vivere reclusi all’interno degli ospedali, e non saranno pochi spiccioli a convincerli a lavorare ancora di più rinunciando a quel poco di vita privata che gli è rimasto”. (Quotidianosanità)
Con l’inflazione i fondi calano
Carlo Calenda: «È il gioco delle tre carte – afferma il leader di Azione – gli annunciati 3 miliardi sono già totalmente impegnati per i rinnovi contrattuali dei medici e il payback dei dispositivi. Non c’è alcuna risorsa aggiuntiva, anzi: al netto dell’inflazione, i fondi stanziati calano». (il Giornale)
“Con l’inflazione che abbiamo avuto, – scrive Cottarelli su Repubblica – chiunque capisce che citare la cifra in miliardi per valutare l’adeguatezza dei finanziamenti alla sanità è sbagliato. Con i 136 del 2024 non si comprano le cose che si compravano nel 2019 con 116 miliardi”
Sanità, nebulosa che confonde
Molto irritata la premier che in conferenza stampa ha sostenuto: “Sono menzogne le cose ascoltate negli scorsi giorni, noi raggiungiamo il più alto investimento mai previsto in sanità”. Peccato che non sia così. Se è vero che sono previsti 3 miliardi in più rispetto allo stanziamento dello scorso anno, non solo rispetto al Pil vi è un arretramento dello 0,3%, ma quelle risorse dovrebbe andare a finanziare tutto, compresa la detassazione degli straordinari per gli operatori sanitari e l’abbattimento delle liste d’attesa attraverso anche il ricorso ai privati. Nulla per il piano di assunzione straordinario, nulla per superare il tetto di spesa per il personale ma circa 600 milioni andranno – appunto – ai privati. Non solo: probabilmente quei tre miliardi non saranno nemmeno sufficienti a compensare l’aumento dei costi da inflazione. (Collettiva)
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