Contro il rischio di conflitti di interesse in campo scientifico, le società farmaceutiche attive in Italia vantano "la regolamentazione più rigida di tutta l’industria nel suo complesso". Lo ha detto Enrica Giorgetti, direttore generale di Farmindustria, intervenuta a Milano al seminario ‘La responsabilità sociale dei ricercatori scientifici e le imprese farmaceutiche’, organizzato all’università degli Studi dalla Fondazione I-CSR per la diffusione della responsabilità sociale e delle imprese. Un incontro che ha riunito intorno allo stesso tavolo vari esponenti dell’industria farmaceutica, dei consumatori, della ricerca accademica e della stampa, con la missione di avviare nel futuro un dibattito più ampio e costante. "Il nostro obiettivo, dichiarato dal presidente Sergio Dompé fin dall’inizio del suo mandato – ricorda Giorgetti – è quello di ridurre le spese dedicate al marketing, aumentando al contempo gli investimenti in ricerca". Proprio in questa logica – ma "anche in risposta alle misure adottate dalle Regioni per regolamentare in modo più rigoroso i contatti tra informatori scientifici del farmaco e medici, con l’intenzione di ridurre la spesa farmaceutica", precisa il direttore generale – "negli ultimi due anni il numero di informatori in Italia è diminuito di 2.800-3 mila" unità. E la previsione per il futuro è di perderne altri, in linea con un trend "che certamente non è solo italiano, bensì internazionale". A fronte di questo, "negli ultimi 5 anni abbiamo guadagnato mille ricercatori (200 in più ogni anno), arrivando a contarne 6.250", sottolinea Giorgetti.
Fonte "Farmacista33"