Morte di Francesco Romano Carlucci, farmacista laureato che ieri ha deciso di farla finita per sempre. Aveva 61 anni. "Chiedo scusa ai carabinieri per il disturbo che arrecherò", ha scritto in una lettera poco prima di suicidarsi.
“Vista la mia situazione lavorativa e la solitudine che ne deriva lascio questa terra”. Lo ha scritto poco prima di impiccarsi, ieri, Francesco Romano Carlucci, 61 anni, stimato farmacista laureato e informatore farmaceutico. Francesco Carlucci, separato, era rimasto da tempo senza lavoro.
Viveva da solo in un piccolo appartamento, due stanze e un bagno, affittato in un vecchio sottotetto del centro storico di Pomigliano, in via Roma, di fronte a una nota pasticceria della zona. A causa della disoccupazione che lo stava consumando il dottor Carlucci non ha potuto pagare gli ultimi quattro pigioni di casa. “Lascio ai miei figli tutto quello che ho: un computer e una videocamera. Mi scuso con i carabinieri per il disturbo che arrecherò”, le altre frasi impresse nella sua ultima missiva. Subito dopo il farmacista, ancora in pigiama, ha preso una corda, l’ha attaccata a un longherone di ferro battuto, nella parte superiore del balcone della camera da letto, ed è salito su un asse da stiro. Il resto è fin troppo facile da immaginare, purtroppo. Sul posto sono accorsi i carabinieri della stazione di Pomigliano.
Quando il comandante, il maresciallo Michele Membrino, ha visto la scena del suicidio e ha letto la missiva del farmacista, è rimasto impietrito. Un signore distinto il dottor Romano, un uomo che ha fatto dell’educazione tradizionale il suo stile di vita. Il professionista si è addirittura scusato con i militari al solo pensiero delle conseguenze che il suo gesto ormai pianificato avrebbe provocato. Un comportamento d&rsq