Rienzi: pronto ad ”una raffica di denunce contro le vaccinazioni di massa. Sembrano partite le grandi manovre delle case farmaceutiche per arricchirsi grazie all’allarme vaccini scoppiato di recente in Italia”. Paola Taverna (M5S): “No all’introduzione della vaccinazione obbligatoria legata al diritto allo studio. I vaccini sono in alcuni casi utili, in altri casi a vantaggio delle case farmaceutiche e poco dei cittadini”
Vaccini, il Codacons minaccia denunce “a raffica”
“Spaventare i medici è una forma di violenza”
Redazione – Sì24.it – 18 ottobre 2015
Monta la polemica dopo le voci provenienti dal ministero della Salute circa la possibile previsione di una radiazione per i medici che sconsigliano di effettuare i vaccini. Il Codacons è pronto ad ”una raffica di denunce contro le vaccinazioni di massa”, afferma il presidente Carlo Rienzi.
”Sembrano partite le grandi manovre delle case farmaceutiche per arricchirsi grazie all’allarme vaccini scoppiato di recente in Italia – prosegue –Spaventare i medici che non ritengono di suggerire la vaccinazione a tutti i costi è una una forma di violenza, aggiunge, della quale si può essere chiamati a rispondere dinanzi la giustizia”.
Vaccino sì, ma solo alle giuste condizioni: ”Continuiamo a ritenere che i vaccini siano fondamentali, ma solo per le categorie a rischio. Altrimenti si alimenta un business milionario con ricadute economiche negative anche per le casse dello Stato”, prosegue il presidente del Codacons Rienzi.
A tal proposito, il Codacons ricorda il caso del vaccino antinfluenzale del 2004 che ”si rivelò inefficace a causa del ceppo sbagliato, portando ad un immenso spreco per milioni di euro a danno di moltissimi cittadini che finirono comunque per ammalarsi, e del SSN”.
”Per non parlare – conclude la nota di Carlo Rienzi – del caso controverso del vaccino pediatrico: nonostante la legge preveda solo 4 vaccini obbligatori, in Italia si ricorre all’esavalente, con un regalo pari a 114 milioni di euro annui in favore dell’industria farmaceutica“.
Paola Taverna, i vaccini e la medicina preventiva
“No all’introduzione della vaccinazione obbligatoria legata al diritto allo studio. I genitori devono essere liberi di decidere e non ricattabili con l’istruzione”. Lo dice la senatrice M5S Paola Taverna parlando con attivisti e cronisti al raduno grillino di Imola. “Il diritto allo studio e alla salute sono garantiti dalla Costituzione – aggiunge – non possono essere legati l’uno all’altro”. Il Corriere della Sera pubblica un video con le dichiarazioni integrali di Paola Taverna. Nella dichiarazione la Taverna dice di volere “medicina preventiva e non vaccini”. Curiosa posizione, visto che i vaccini sono in effetti medicina preventiva.
“Io essendo in commissione sanità e avendo visto il processo di distruzione della sanità pubblica, uno dei primi temi sarà restituire la sanità al pubblico, al cittadino quindi non più tagli ma attenzione eventualmente, medicina preventiva e non vaccini a go-go”, dice all’inizio la Taverna. E sui vaccini, chiede la giornalista, dopo il caso in Emilia, la vostra posizione? «Ci stiamo lavorando anche perché si parla di situazioni incostituzionali, l’obbligatorietà del vaccino non può essere al momento percorribile per come la vedono loro. Non si può pensare che le persone debbano essere vaccinate per poter andare a scuola. Si crea dell’allarmismo per dare delle false soluzioni. Noi vogliamo dare delle soluzioni ai problemi reali. I vaccini sono in alcuni casi utili, in altri casi a vantaggio delle case farmaceutiche e poco dei cittadini». La giornalista chiede chi deve decidere su cosa è giusto vaccinarsi e su cosa no. «La meraviglia è che ci sono tavoli di lavoro, professori e medici che non vengono mai ascoltati. Non dimentichiamo che le ultime azioni da parte del ministero sono state di togliere le analisi cliniche o di farle decidere al ministero invece che al medico. Rimettiamo al centro le competenze, i medici e andiamo avanti condividendo con i cittadini. Noi siamo i portavoce di quello che pensa la società civile. Pronti ad ascoltare i medici. Nessuno si prende meriti che non ha. Io ascolto», conclude la Taverna, che fa parte della commissione sanità al Senato.
sabato 17 ottobre 2015 – neXtquotidiano
Il video dell’intervista a Paola Taverna
N.d.R.: in caso di vittoria elettorale del M5S per Paola Taverna si potrebbe ipotizzare un ruolo al ministero della Salute. La senatrice ha un diploma di perito aziendale e corrispondente in lingue estere, ed ha lavorato per 13 anni come segretaria in un poliambulatorio analisi cliniche e dopo essere stata eletta al Senato con il M5s è diventata membro della commissione Sanità (da l’Unità del 19 ottobre 2015).
La vaccinazione oltre a proteggere le persone immunizzate, diminuisce anche il numero di suscettibili alla malattia e ne rallenta la circolazione. Quindi accanto alla difesa della singola persona i programmi di vaccinazione determinano una protezione della popolazione definita herd immunity o immunità di branco. Le campagne di vaccinazione, proprio per effetto della immunità di branco, hanno complessivamente una efficacia nettamente superiore alla efficacia protettiva della vaccinazione nel singolo (le vaccinazioni.it).
Chi afferma che vaccinarsi o meno fa parte delle libertà democratiche individuali e porta ad esempio se stesso che, mai vaccinato, non ha mai avuto contagio, non tiene conto di due semplici principi: 1) la libertà individuale finisce dove inizia la libertà degli altri e quindi, per mancanza dell’effetto gregge, espone a contagio chi per qualche ragione non può vaccinarsi (come la bambina di Bologna) e non vorrebbe ammalarsi e 2) non considera che probabilmente non si è mai contagiato proprio per l’alto numero, fino ad ora, dei vaccinati nella popolazione che ha impedito la circolazione dei virus e quindi le epidemie. E che libertà è impedire la vaccinazione ai propri figli esponendoli così a pericolose infezioni? È una libertà individuale quella del kamikaze che, imbottito di bombe, si fa esplodere in un mercato?
Per finire una “piccola” osservazione: le case farmaceutiche guadagnerebbero molto di più dalle epidemie dovute alla mancata vaccinazione. Meditate …
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Bozza 2016-20118 che sarà esaminata dalla Conferenza Stato-Regioni
E’ ancora una bozza che sarà valutata nei prossimi giorni dalla Conferenza Stato-Regioni, ma il testo del Piano nazionale di Prevenzione vaccinale 2016-2018 risolve il ‘giallo’ sulle possibili sanzioni o addirittura delle radiazioni per i medici restii a vaccinare gli assistiti che ha fatto infuriare i camici bianchi. Il caos mediatico ha richiesto il chiarimento del ministro della Salute che ha sottolineato come ogni “azione in questo senso sarà concordata con gli Ordini”. Ma cosa prevede il Piano nazionale vaccini? Nella bozza si evidenzia come per il percorso “per i vincoli normativi e l’obbligatorietà delle vaccinazioni sarà approfondito e dal nuovo piano potrà essere generata una normazione aggiornata con misure correlate, come, ad esempio, l’obbligo di certificazione dell’avvenuta effettuazione delle vaccinazioni previste dal calendario per l’ingresso scolastico”. Per quanto riguarda la possibilità di sanzioni per i medici poco inclini all’immunizzazione dei pazienti “parte integrante di questi vincoli normativi sarà anche la ricognizione continua delle possibili violazioni del supporto alla pratica vaccinale e dell’offerta attiva delle vaccinazioni da parte dei medici e del personale sanitario dipendente e convenzionato con il Servizio sanitario nazionale”. Quindi ogni tipo di ipotesi di ‘multa’ per il camice bianco sarà dunque concordata con le categorie dopo un confronto con il ministero.
Il costo complessivo dei vaccini inseriti nel calendario vaccinale, secondo il prezzo corrente, a regime e con il raggiungimento dei tassi di copertura presentati più avanti viene stimato intorno a 620 milioni di euro. Si prevede l'”attivazione di un fondo nazionale per i vaccini che possa co-finanziare le regioni in difficoltà oggettive a garantire, ancora una volta, l’uniformità, l’equità e l’universalità dell’offerta su scala nazionale”. Inoltre al calendario attuale vengono aggiunti i vaccini contro il meningococco B, l’antipneumococco oltre i 65 anni, l’antipapillomavirus per ragazzi e ragazze undicenni. Ecco gli obiettivi del Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale 2016- 2018: 1) Mantenere lo stato polio-free 2) Raggiungere lo stato morbillo-free e rosolia-free 3) Garantire l’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni nelle fasce d’età e popolazioni a rischio indicate anche attraverso forme di revisione e di miglioramen- to dell’efficienza dell’approvvigionamento e della logistica del sistema vaccinale aventi come obiettivo il raggiungimento e il mantenimento delle coperture descritte più oltre 4) Aumentare l’adesione consapevole alle vaccinazioni nella popolazione generale anche attraverso la conduzione di campagne di vaccinazione per il consolidamento della copertura vaccinale 5) Contrastare le disuguaglianze, promuovendo interventi vaccinali nei gruppi di popolazioni marginalizzati o particolarmente vulnerabili 6) Completare l’informatizzazione delle anagrafi vaccinali interoperabili a livello regionale e nazionale tra di loro e con altre basi di dati (malattie infettive, eventi avversi, residente e assistiti); 7) Migliorare la sorveglianza delle malattie prevenibili con vaccinazione; 8) Promuovere, nella popolazione generale e nei professionisti sanitari, una cultura delle vaccinazioni coerente con i principi guida del presente Piano, descritti come ’10 punti per il futuro delle vaccinazioni in Italia’ 9) Sostenere, a tutti i livelli, il senso di responsabilità degli operatori sanitari, dipendenti e convenzionati con il Servizio sanitario naizonale, e la piena adesione alle finalità di tutela della salute collettiva che si realizzano attraverso i programmi vaccinali, prevedendo adeguati interventi sanzionatori qualora sia identificato un comportamento di inadempienza; 10) Attivare un percorso di revisione e standardizzazione dei criteri per l’individuazione del nesso di causalità ai fini del riconoscimento dell’indennizzo, ai sensi della legge 210 del 1992, per i danneggiati da vaccinazione, coinvolgendo le altre istituzioni competenti (ministero della Difesa); 11) Favorire, attraverso una collaborazione tra le istituzioni nazionali e le società scientifiche, la ricerca e l’informazione scientifica indipendente sui vaccini.
Francesco Maggi – 20 ottobre 2015 – PharmaKronos