I medici di famiglia promuovono, ma non a pieni voti, la qualità delle informazioni ricevute dagli informatori scientifici del farmaco. Su un punteggio generale da 0 a100, la media di ‘gradimento’ è di 67, con voti più alti sulla completezza (69) e sull’utilità e utilizzabilità dei dati e delle notizie fornite (67), mentre un ‘voto’ più basso viene dato dai ‘camici bianchi’ alla credibilità: il punteggio si ferma a 63.
E’ quanto emerge da un’indagine condotta, su un campione di 310 medici di famiglia, dall’Unità di farmacologia medica dell’Università’ di Verona, in collaborazione con la Fondazione Smith Kline, presentata a Roma, al convegno su “Informazione scientifica del farmaco nuovi scenari”, organizzata dalla rivista ‘Economia politica del farmaco”. Alla luce dei risultati emersi dall’indagine gli autori lanciano una proposta. “Seppure limitata a un campione ristretto – commentano – l’indagine ha dimostrato che è possibile monitorare la qualità dell’informazione scientifica”. Da qui la proposta di “dar vita a un osservatorio nazionale indipendente sull’informazione scientifica del farmaco, promosso da istituzioni, industria, associazioni mediche e
altri operatori interessati, cittadini e pazienti”.
E’ quanto emerge da un’indagine condotta, su un campione di 310 medici di famiglia, dall’Unità di farmacologia medica dell’Università’ di Verona, in collaborazione con la Fondazione Smith Kline, presentata a Roma, al convegno su “Informazione scientifica del farmaco nuovi scenari”, organizzata dalla rivista ‘Economia politica del farmaco”. Alla luce dei risultati emersi dall’indagine gli autori lanciano una proposta. “Seppure limitata a un campione ristretto – commentano – l’indagine ha dimostrato che è possibile monitorare la qualità dell’informazione scientifica”. Da qui la proposta di “dar vita a un osservatorio nazionale indipendente sull’informazione scientifica del farmaco, promosso da istituzioni, industria, associazioni mediche e
altri operatori interessati, cittadini e pazienti”.