Sono Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Russia e Turchia i Paesi più promettenti per quanto riguarda il mercato farmaceutico, considerando il periodo che va da oggi al 2012. Lo rileva un’analisi effettuata da Espicom Business Intelligence.
Lo studio si riferisce al report di Pricewaterhouse Coopers ‘Pharma 2020: The vision: Which path will you take?’, che ha messo in evidenza i pericoli che le aziende del farmaco potrebbero correre ‘ostinandosi’ a non guardare oltre i mercati maturi, quelli occidentali.
Entro il 2020, infatti, la pressione sui prezzi e il crescente ruolo dei cittadini nel pagamento dei medicinali esporrà le imprese a pericoli enormi, se queste non si guarderanno intorno. I Paesi emergenti dell”E7′, secondo Espicom, sono quelli che offrono la migliore prospettiva, grazie a una popolazione totale superiore a tre miliardi di persone, economie che stanno uscendo meglio di altre dalla crisi mondiale, ma anche al crescente accesso alle cure sanitarie e all’aumento dell’incidenza di malattie prima considerate prettamente ‘occidentali’, come il diabete e l’obesità.
Il Brasile vanta prezzi che crescono più lentamente rispetto al resto del mondo, una domanda in aumento e una moneta stabile. La Cina un’economia in crescita ma anche un programma di accesso allargato ai medicinali, che mira a rendere alla portata di tutti i cittadini circa 400 prodotti. L’India, con una popolazione di oltre un miliardo di persone, vede la sua classe media aumentare, così come l’accesso alle cure sanitarie. L’Indonesia ha un’industria locale forte e sta diventando una base per multinazionali in cerca di siti produttivi strategici. In Messico, nonostante l’incertezza della moneta locale e difficoltà generali del settore farmaceutico, le leggi stanno diventando più a misura d’industria, e si assiste a un aumento dell’uso di farmaci generici, con molte grandi aziende, come Sanofi-Aventis e Valeant, che sono entrate nel mercato messicano per sfruttarne le potenzialità. La Russia vanta delle potenzialità interessanti, per la vastità del territorio e l’estesa popolazione, ma ci sono ancora problemi per quanto riguarda le leggi interne, che spesso discriminano le multinazionali in favore di aziende locali. Infine la Turchia: nell’attesa di entrare a far parte dell’Unione europea offre un quadro legislativo sempre più avanzato, anche se le aziende locali sono molte e permangono problemi relativi alla protezione della proprietà intellettuale.
Barbara Di Chiara – PharmaKronos – 2 marzo 2010 – NUMERO 34 – ANNO 4