Ospedaliera: basta compensare con convenzionata, agire sul territorio
Hta, Cicchetti: su farmaci e medical device una cabina di regia
Gli esperti di Health technology assessment – il metodo che valuta l’impatto delle tecnologie sulle società in termini di ricadute sulla salute, costi, sviluppo – chiedono di poter dire la loro nella Cabina di Regia predisposta dal Patto salute per valutare l’efficacia dei nuovi farmaci e per riclassificare i dispositivi medici.
Lo fanno in un position paper della loro Società scientifica, la SIHTA, che raccoglie 200 iscritti di varia estrazione: ingegneri clinici, manager sanitari pubblici e privati, economisti sanitari e del farmaco, farmacisti ospedalieri, responsabili dei dipartimenti farmaceutici di ministero e regioni, operatori Aifa e Agenas.
Agli articoli 26 e 27 il Patto governo-regioni istituisce una cabina di regia cooptando l’Agenzia del farmaco Aifa e quella dei servizi sanitari Agenas per valutare le tecnologie biomediche e farmaceutiche: l’Italia ha di fronte il compito di classificare i medical device in categorie omogenee e di organizzarne i test di efficacia nelle regioni; mentre sui farmaci deve valutare l’efficacia comparativa producendo dati “affidabili, trasparenti e trasferibili” per l’Aifa.
«Non siamo in contrapposizione con Aifa e Agenas, tutt’altro. La nostra società non si propone come ente di produzione di valutazioni HTA, ma intende mettere l’esperienza dei propri associati al servizio delle istituzioni: oggi in Italia disponiamo di professionalità e centri di ricerca che possono contribuire a produrre dati importanti», dice il neoeletto presidente Sihta Americo Cicchetti. E spiega:
«Mentre per i farmaci l’Aifa definisce sia l’ingresso nei livelli essenziali di assistenza sia i prezzi, non c’è un percorso istituzionalizzato per governare l’introduzione nella pratica clinica di dispositivi e procedure. Non abbiamo ad esempio un approccio unico per garantire un uso appropriato del robot chirurgo o per dire se stiamo spendendo troppo per un device, o per giudicare le prestazioni di un dispositivo.
Né è previsto fin qui un percorso per valutare quale combinazione di nuovi farmaci anti-epatite C vada assicurata ai cittadini, potendo disporre – a breve – di 5-6 nuovi principi. Per un simile compito il Patto individua lo strumento di coordinamento nella cabina di regia, da noi fortemente sostenuta come punto di partenza», osserva Cicchetti.
«Ma per ottimizzare gli sforzi occorre secondo noi non trascurare le competenze di professionisti che questo lavoro lo fanno ogni giorno. E occorre altresì favorire il dialogo tra il nascente Programma nazionale di HTA e l’Health Technology Assessment Network (HTA-N) che rappresenta i 28 stati Ue: l’esperienza avanzata di molti paesi europei può e deve venirci in aiuto, e ci sollecita, quanto prima, l’avvio della Cabina di Regia proprio per creare un legame strutturale tra livello nazionale ed europeo, evitare duplicazioni e accelerare il lavoro di valutazione».
Mauro Miserendino
Sabato, 04 Ottobre 2014 – Doctor33
Ospedaliera: basta compensare con convenzionata, agire sul territorio
Una sottostima della spesa ospedaliera, che non riesce a essere inquadrata in un monitoraggio mensile, ma spesso conteggiata a consuntivo. Con la conseguenza che poi a farne le spese è la convenzionata. Il caso arriva dal Piemonte ed è stato evidenziato da Massimo Mana, presidente di Federfarma regionale, ma potrebbe valere anche per altre Regioni.
Tutto è nato da un comunicato pubblicato sul sito della Regione in cui l’assessore alla Salute Antonio Saitta fa il punto sulla spesa farmaceutica con previsioni di sforamento rispetto al tetto. Con dati che, secondo Mana, non tornano: «Gli accordi presi a livello nazionale sono altri» spiega.
«Intanto la territoriale è più alta di quanto indicato dalla Regione e a ballare sono 80 milioni». Non quindi il totale di 827,8 ma «907 pari al 11,35% del fondo sanitario nazionale». Idem sull’ospedaliera, che ha un valore più basso: «in realtà 280 milioni di tetto contro il limite di 390 indicato dalla Regione. E già adesso le stime dell’assessorato dicono che l’ospedaliera è arrivata a 415 milioni». Perché queste discrepanze?
«I desiderata della Regione potrebbero essere di arrivare a un determinato valore complessivo di spesa farmaceutica, in modo che il discostamento dal tetto appaia inferiore – al momento la cifra si aggira intorno ai 1200 milioni, contro i 1187 previsti dal tetto complessivo. E il meccanismo è di considerare spesa ospedaliera e convenzionata come vasi comunicati».
Con una conseguenza: «Spererei di no, spererei che, come spesso accade, si tratti solo di annunci, ma non posso escludere che da qui possano nascere incontri con la Regione in cui si chiedano ulteriori sacrifici sulla convenzionata. E posso già dire che il territorio non è più in grado di sopportare interventi».
Tra i problemi alla base di questa situazione c’è la difficoltà di monitorare la spesa ospedaliera, che consentirebbe anche di fare una più corretta programmazione: «Credo che un punto affermato dall’assessore sia proprio quello di essersi reso conto che i dati sono sottostimati e che ci sarebbe bisogno di inquadrare la spesa ospedaliera mensilmente. Mentre spesso la vera entità di questa voce arriva dal consuntivo».
Detto questo, «il problema della spesa ospedaliera è comunque strutturale: in ospedale devono affluire i pazienti acuti mentre i cronici vanno trattati sul territorio, tra strutture di primo livello e il domicilio del paziente», con un ruolo più importante anche per le farmacie.
Francesca Giani