A pochi giorni dall’annuncio dei licenziamenti dell’azienda Beko, c’è quello che il segretario della Cgil Siena, Alice D’Ercole, definisce una “bomba sociale”.
Prima Firenze – 2 dicembre 2024
Esuberi per 270 lavoratori, ma solo “volontari”
L’azienda parla di uscite volontarie
La multinazionale farmaceutica attuerà un piano d’investimenti ed un programma di “evoluzione biennale” nella riorganizzazione del sito di Rosia (Siena) dove produce circa 60 milioni di dosi di vaccini l’anno per 57 Paesi. Il piano come riporta una nota è quello di investire circa 260 milioni di euro a Rosia entro il 2026 in infrastrutture ed impianti produttivi, in miglioramenti tecnologici – tra cui una nuova linea di infialamento che accrescerà la capacità del sito e potenzialmente attrarre nuovi prodotti – e in sostenibilità ambientale, un nuovo parco fotovoltaico.
La preoccupazione dei sindacati
Ma i sindacati comunque non sono tranquilli. Il timore è che da volontario si trasformi in esubero vero e proprio commenta la sindacalista intervistata dal che non ha digerito neppure il modo di interfacciarsi dell’azienda.
“A differenza del 2020 in cui ci fu un percorso di contrattazione, i numeri dei soggetti coinvolti peraltro era molto inferiori a questi, oggi siamo a una mera comunicazione. Per questo motivo noi chiediamo di vedere il piano industriale, chiediamo il confronto, il coinvolgimento delle istituzioni. Di fronte a una bomba sociale nel territorio non si può arrivare, far man bassa sul lavoro e andare via.
La vera domanda a questo punto diventa: “Ma se non ci fossero tutti questi volontari? Procederanno con i licenziamenti?”.
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