Tangenti per far alzare i prezzi alle medicine durante la crisi: scandalo Novartis scuote la Grecia
Secondo testimoni protetti la società farmaceutica avrebbe pagato 50 milioni di euro a politici di primo piano: l’aggravio per le casse dello stato sarebbe di 23 miliardi. Il premier Tsipras ha proposto una commissione d’inchiesta: “Se avessimo avuto quesi soldi avremmo evitato le manovre lacrime e sangue”
La vicenda della presunte tangenti pagate nel corso di un decennio dal colosso svizzero a numerosi politici di primo piano in Grecia – tra loro gli ex premier Antonis Samaras e Panagiotos Pikrammenos, il comissario europeo agli affari interni Dimitris Avrampoulos (ex ministro della sanita’) e l’attuale governatore della Banca di Grecia Yannis Stournaras – continua a scuotere la politica greca.
Tutte le persone coinvolte, menzionate al termine di un’indagine parlamentare nata da rivelazioni di fonti concordanti (tra cui tre testimoni protetti), negano ogni addebito.
50 milioni di tangenti
Novartis avrebbe pagato tangenti (le carte parlano di 50 milioni) per far aumentare i prezzi dei propri farmaci sul mercato ellenico e per farli acquistare dal servizio sanitario nazionale per gli ospedali pubblici.
La legge greca prevede che il parlamento dia il via libera per la messa in stato d’accusa di esponenti politici.
Per la Grecia un conto da 23 miliardi
Secondo le prime stime dell’indagine parlamentare, il sovrapprezzo dei farmaci nel periodo 2000-2010 e’ costato alle casse statali 23 miliardi di euro.
“E’ l’equivalente di un memorandum. Oltre il 10% del pil”, ha detto Tsipras. “Se fossero rimasti alla finanza pubblica, avremmo evitato i memorandum dopo il 2010”.
Commissione d’inchiesta
Tsipras ha proposto una commissione d’inchiesta per accertare le responsabilita’ individuali.
L’ex premier Samaras ha risposto minacciando di denunciare Tsipras, affermando che le accuse sono solo una macchinazione politica: “E’ la piu’ ridicola e vergognosa cospirazione di sempre”, ha affermato
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