C’è anche la liberalizzazione tra le riforme che la Grecia deve mettere in campo a fronte del terzo piano di aiuti e l’associazione delle farmacie elleniche ha già dichiarato lo sciopero di 24 ore nella giornata di oggi.
Le misure che la Grecia dovrà attuare stanno scontentando molti e per quanto riguarda la liberalizzazione sarà diretta a vari settori, compreso quello dei trasporti via mare e le professioni, e riguarderà soprattutto il mercato dei prodotti (aperture domenicali, sconti).
Per quanto riguarda il settore farmaco, come riportano alcuni quotidiani, dovrebbe portare anche nei supermercati la vendita dei farmaci da banco e concedere loro licenze per aprire esercizi al loro interno. Con proposte che potrebbero anche riguardare la proprietà delle farmacie.
Immediata la reazione dell’associazione delle farmacie che ha subito detto di non voler permettere tali misure e che si è unita allo sciopero che era stato già proclamato dagli statali e che stanno coinvolgendo sempre più i cittadini. Intanto sono molte le riforme che sono state messe sul piatto, da quella delle pensioni, al mercato del lavoro, alla privatizzazione, alla semplificazione delle aliquote dell’iva e l’allargamento della base imponibile dell’imposta, per aumentare le entrate, con la fine del regime delle piccole isole, e che dovrà partire immediatamente.
Sul fronte della spesa pubblica si dovranno introdurre tagli quasi automatici in caso di scostamento dagli obiettivi di bilancio.
Francesca Giani – Mercoledì, 15 Luglio 2015 – Farmacista33
SCIENZIATI GRECI OFF LINE
Scienziati greci ‘tagliati fuori’ dal portale Internet che fornisce a molte università e istituti di ricerca l’accesso a riviste elettroniche edite da 27 fonti diverse. Il motivo è la sospensione dei servizi dal 1 luglio, perché il governo non ha fornito i fondi per l’abbonamento al sito, riporta ‘Nature’ online. Il clima economico burrascoso della Grecia ha fatto sì che l’Hellenic Academic Libraries Link (Heal-Link) sia stato spesso in procinto di essere interrotto, negli ultimi 10 anni. Ma questa volta gli scienziati non si aspettano fondi di salvataggio per renderlo nuovamente disponibile.
Francia appello dei sindacati contro le differenze salariali
A più di sei mesi dalla sua conclusione, l’accordo salariale per il 2015 non è ancora stato esteso a tutti i farmacisti francesi: di questo passo si creerà una differenza salariale significativa tra farmacisti collaboratori con lo stesso contratto e per questo Olivier Clarhaut, segretario federale del sindacato FO-Pharmacie, ha lanciato un appello alla Direzione generale del lavoro.
In pratica i sindacati di categoria hanno sottoscritto un accordo, valido a partire dal 1° gennaio di quest’anno, che riconosce un aumento salariale da 4,26 a 4,32 euro per punto (come i nostri incrementi del minimo sindacale). L’accordo però non è ancora stato ratificato in Gazzetta ufficiale e perciò, al momento, è vincolante solo per i datori di lavoro afferenti a uno delle sigle sindacali firmatarie, mentre gli altri titolari di farmacia non sono obbligati ad allinearsi e possono continuare ad applicare il precedente valore ai propri dipendenti.
Anche se l’incremento è modesto, con il passare dei mesi l’ineguaglianza diventa percepibile, come ha voluto sottolineare Clarhaut nella sua missiva «normalmente l’estensione avviene entro 3-4 mesi all’interno di una procedura accelerata. Quest’anno questi termini sono stati abbondantemente superati, facendo così permanere una situazione di salari a due velocità, senza una possibile correzione, mancando la previsione di retroattività sul provvedimento d’estensione. Più passa il tempo più la portata dell’aumento percentuale collettivo su tutto il 2015 diminuisce».
Quanto sta accadendo finirà per generare una consistente differenza di reddito tra i farmacisti collaboratori che lavorano in una farmacia il cui titolare è affiliato a uno dei sindacati di categoria e i colleghi farmacisti il cui titolare non è sindacalizzato, quantificata in 212,70 euro netti.
Questa la differenza di retribuzione non percepita, per i primi sei mesi del 2015, da un collaboratore farmacista a tempo pieno (35 ore settimanali), calcolata da FO-Pharmacie. In tempi di crisi è una cifra sufficiente per sollecitare un intervento istituzionale.
Elisabetta Lucchesini – Mercoledì, 15 Luglio 2015 – Farmacista33
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