E’ ufficiale: negli Stati Uniti gli informatori scientifici del farmaco non potranno più distribuire omaggi ai medici a partire dal primo gennaio 2009. Il nuovo codice volontario della Pharmaceutical Research and Manufacturers of America (PHRMA) – ha riportato AP – impone inoltre di separare i fondi riservati alla formazione medica continua (ECM) dai bilanci di vendite e marketing. "Non credo ci sia ancora qualche medico che pensa che una penna possa influenzarlo nelle sue abitudini prescrittive – evidenzia il presidente della PHRMA – ma al contrario molti cittadini ne sono convinti. E finché ci sarà questa percezione noi dobbiamo impegnarci a combatterla. Vogliamo creare standard di comportamento più credibili". Le aziende farmaceutiche sono ora chiamate a dichiarare se aderiranno al nuovo codice di autoregolamentazione: Pfizer, Merck&Co, Johnson&Johnson, Amgen, Eli Lilly, AstraZeneca e alcune altre lo hanno già fatto emanando comunicati ufficiali di apprezzamento dell’innovazione.
Sul tema è intervenuto Sergio Dompé, presidente di Farmindustria, "l’Italia ha già le regole più rigide d’Europa in materia: diciamo che siamo al di sopra di ogni sospetto e anche le aziende americane che operano nel nostro paese hanno accettato queste norme. Non ho difficoltà a dire – assicura – che le norme italiane sono le più severe del vecchio continente". "Esiste sempre più la necessità di avere regole il più possibile trasparenti nei confronti dei pazienti – dice Dompé – ma soprattutto di incentivare i controlli a tutti i livelli. Perché le regole sono importanti, ma lo è ancora di più avere dei controlli su di esse e su come vengono applicate. In Italia esiste un codice deontologico delle aziende farmaceutiche per cui, fra l’altro, i gadget consegnati ai medici devono avere un valore irrisorio", al di sotto dei 20 euro. "Al di là di questo noi siamo i più ‘severi’ in Italia: Farmindustria è stata l’unica associazione che, per dare garanzie in più e con il rischio di perdere parecchi congressi internazionali ed estremamente importanti, ha limitato le spese per ospitare i medici a questi incontri. Un esempio: non possiamo pagare agli esperti biglietti aerei di business class e per gli alberghi dobbiamo fermarci ai quattro stelle. Una norma che, evidentemente, impedisce spesso di invitare medici illustri e di fama mondiale".
Sui rapporti fra informatori scientifici e medici, il codice deontologico di Farmindustria dispone: "Nel quadro dell’attività di informazione e presentazione dei medicinali svolta presso medici o farmacisti è vietato concedere, offrire o promettere premi, vantaggi pecuniari o in natura. Il materiale promozionale riguardante i farmaci e il loro uso, sponsorizzato da un’industria farmaceutica, dovrà avere valore trascurabile, essere non fungibile e comunque collegabile all’attività espletata dal medico e dal farmacista. Su tale materiale dovrà inoltre essere riportata chiaramente l’indicazione dell’azienda o del prodotto dell’azienda che sponsorizza. E’ comunque vietata l’offerta di incentivi di tipo economico finalizzati a compensare il tempo sottratto dagli operatori sanitari alla loro normale attività professionale e dedicato alla partecipazione a manifestazioni congressuali. Dovrà essere inoltre garantito che tutto il materiale promozionale destinato ai medici e ai farmacisti venga acquistato direttamente dall’azienda a livello centrale". "Qualcuno ci rimprovera di essere eccessivamente severi in questo senso – prosegue Dompé – ma noi l’abbiamo fatto per tentare di interpretare il senso di disagio degli addetti ai lavori e per questo ci siamo dati un codice che è fra i più rigidi in Europa