Le aziende farmaceutiche continuano ad essere libere di pubblicizzare gli integratori come capaci di farci stare meglio o di prevenire gravi malattie e pretendono che si considerino alimenti solo quando conviene. Vitamine e minerali in compresse possono aumentare il nostro rischio cancro. Ma ancora nessuna legge ne regolamenta la pubblicità.
di Michela Dell’amico – 29.4.15 – GQ Italia
Una revisione sugli studi condotti negli ultimi 20 anni sul tema integratori alimentari conferma ciò che da tempo si sapeva: le pillole di vitamine e minerali non ci fanno bene, e possono anzi aumentare il nostro rischio tumori. L’indagine è stata condotta da ricercatori dell’Università del Colorado, e presentata qualche giorno fa al Meeting annuale della American Association for Cancer Reserch. I ricercatori hanno sottolineato come, sebbene ci siano sempre più evidenze sulla loro pericolosità, le aziende farmaceutiche continuano ad essere libere di pubblicizzare gli integratori come capaci di farci stare meglio o di prevenire gravi malattie. Del resto questi prodotti hanno un mercato ricchissimo, circa 2 miliardi di euro solo da noi, secondo una ricerca dell’istituto Nielsen Market Track Healthcare.
Il lungo elenco di studi che mette in relazione integratori e cancro inizia con uno studio del 1994, pubblicato sul New England Journal of Medicine. Questo chiarì che i fumatori che prendevano supplementi di beta-carotene per minimizzare l’impatto delle sigarette sulla loro salute, avevano invece un rischio aumentato del 18% di sviluppare un tumore ai polmoni nei 5-8 anni successivi, rispetto ad altri fumatori che non prendevano alcun integratore.
Un altro studio pubblicato nel 2011 sulla rivista Jama, e condotto su ben 35mila uomini, ha mostrato che prendere integratori di vitamina E aumenta del 17% il rischio di sviluppare un tumore nei successivi 12 anni.
“Questa indagine ha un grande valore – ci spiega Laura Rossi, ricercatrice ed esperta di alimentazione e salute per l’Ente Cra-Nut -. Quelli sul beta-carotene e la vitamina E sono studi che hanno fatto iniziare l’upper level per le vitamine: il fatto che siano nutrienti essenziali non significa che possiamo mangiarne all’infinito, e da lì si è partiti per capire quanto è troppo. Oggi i livelli massimi ci sono e sono codificati. In sintesi, possiamo dire che se con l’alimentazione è molto difficile anche solo avvicinarsi alla quantità massima, l’integrazione ci può esporre a un rischio per la salute”.
Una ricerca ancora più allarmante, pubblicata nel 2006 sull’American Journal of Clinical Nutrition, ha visto un aumentato rischio di tumore al seno per le donne che prendevano forti integrazioni di acido folico: 19% di probabilità in più. Percentuale che saliva al 32% se nel loro sangue si riscontrava un’alta concentrazione di folati. Alle donne in età fertile però vengono raccomandate integrazioni di acido folico, che diventano un must durante la gravidanza, perché si sa che questa sostanza previene le malformazioni nel nascituro. “In questo caso bisogna bilanciare il rapporto rischi benefici – continua Rossi. Un’integrazione circoscritta solo al periodo in cui si cerca un figlio e alla gravidanza minimizza il rischio e massimizza il beneficio”. Il problema però resta. Molte aziende aggiungono vitamine e acido folico nei cibi pronti, come i cereali per la prima colazione, ferme al vecchio assunto che un po’ di vitamine non possano farci male. Per non parlare dei rischi correllati alla massiccia esposizione alle pubblicità, specie ai cambi di stagione.
“Dovremmo assolutamente regolamentare la liceità di tali campagne, e classificarla come pubblicità ingannevole. Purtroppo mentre la legge ci protegge dalla pubblicità ingannevole sul cibo, non lo fa per prodotti come gli integratori. Le case farmaceutiche non vogliono che si considerino farmaci – come ad esempio succede in Germania – e pretende che si considerino alimenti solo quando conviene.Gli integratori sono spacciati come elisir di salute quando non è affatto vero e, anzi, abbiamo visto che possono essere pericolosi”.
Ma come può una vitamina fare danni al nostro organismo? La verità è che dei meccanismi che regolano la nutrizione sappiamo molto poco, ma anche che una pillola e una mela sono due cose molto diverse. “Una vitamina naturale e una sintetica sono la stessa cosa dal punto di vista biofisico, ma quando mangiamo una mela non mangiamo solo quella vitamina, mangiamo anche fibre, acqua e altre vitamine e minerali in una certa dose. Quindi le due cose sono estremamente diverse. Il dato epidemiologico che dobbiamo tenere a mente è che più si mangia frutta e verdura, meno ci si ammala di malattie gravi e diffuse. Cosa che di sicuro non avviene con qualsiasi altro estratto”.
Ma tutti i tipi di integratori possono far male? Le evidenze a oggi disponibili riguardano molte vitamine e minerali, ed è lecito aspettarsi che nuovi studi allargheranno il panorama. “Una stupidaggine madornale che tipicamente iniziamo a fare in estate è prendere integratori di magnesio e potassio. Forse solo nel deserto e camminando tutto il giorno potrebbe avere senso. L’acqua di rubinetto ci fa star bene. Invece noi compriamo l’oligominerale perché ci dicono che ci fa fare tanta pipì, ma poi è carente di minerali rispetto a quella del rubinetto – minerali fondamentali come il magnesio – e allora compriamo gli integratori in farmacia perché sentiamo che ci fanno stare meglio”. Un doppio spreco di soldi e, a questo punto, un azzardo per la nostra salute.