Negli annunci di ricerca di informatori scientifici del farmaco si richiedono caratteristiche di legge o di AIFA (?) per i candidati, ma chi assume non rispetta nessun parametro di legge. Il più delle volte neanche il nome di
Qui a lato ne riproduciamo uno dove si cita che si assume secondo lo “standard AIFA”. E qual è lo standard AIFA? Evidentemente non sa che esiste il D.Lgs. 219/06 che indica precisamente i requisiti e le attività che devono avere e svolgere gli ISF. Probabilmente non sa che esistono delle linee guida della Conferenza delle Regioni, recepite ormai in tutti i regolamenti regionali sull’informazione scientifica. Non sa che agli ISF è vietata l’attività di vendita come affermato anche dalle sentenze della Cassazione.
Eppure questa gente continua ad assumere a P.IVA, assunzione legittima, con provvigioni però calcolate sui dati di vendite che un ISF non può fare e non fa. Costringe a versare contributi Enasarco non dovuti (e a fondo perduto) perché un ISF, anche a partita IVA, non è un soggetto Enasarco. Il meno precario fra i neo assunti è chi ha un contratto del commercio e non dei chimici, al cui settore appartengono gli ISF.
Qualcuno addirittura cerca e assume ISF plurimandatari, non ammessi, ameno che il Ministero della Salute, dopo aver sentito AIFA, non dia una sua autorizzazione. Ma non ci risulta nessuna autorizzazione.
Una giungla di illegalità diffusa incontrollabile e non controllata da AIFA e questa volta si che AIFA ha il compito di controllare.
Le circostanze attuali poi dovrebbero proprio imporre il rispetto delle norma in un modo sempre più stringente.
Redazionale – 1 luglio 2020
Notizie correlate: Offerte di Lavoro ISF