VERTENZE. Siglata ieri l’intesa tra sindacati e azienda sul piano di uscite dopo una lunga trattativa avviata in febbraio.
I «tagli» da 246 a 159, part time e uscite incentivate Debruyne: «Impatto sociale limitato per garantire e consolidare l’attività di Gsk a Verona e in Italia»
Non più 246 lavoratori in esubero ma 159, ricorso al part time e migliori condizioni economiche per gli incentivi all’esodo. Sono questi i punti cardine dell’accordo siglato ieri tra la multinazionale farmaceutica GlaxoSmithKline, il coordinamento Rsu e le organizzazioni sindacali Filctem-Cgil, Femca Cisl e Uilcem Uil. Una trattativa complessa, partita a febbraio, dopo l’avvio da parte di Gsk della procedura di mobilità per 246 lavoratori sui 1.477 in forza a Verona tra produzione Gms e Pharma: una ristrutturazione nell’ambito di un piano strategico, che mirava a ribilanciare la presenza dell’azienda nelle diverse aree della cura della salute.
Dei 159 tagli al personale, 20 sono relativi a dipendenti «interni» della sede di Verona (che con ogni probabilità verranno ricollocati nella sede veronese di Aptuit) e 139 riguardano informatori medico-scientifici sparsi su tutto il territorio nazionale. Tra questi, oltre 40 lavoratori risultano accompagnabili alla pensione nel periodo della mobilità.
«È un accordo importante, che regola in modo responsabile l’impatto sociale della necessaria riorganizzazione commerciale», è il commento di Luc Debruyne, presidente e amministratore delegato di Gsk Italia, «e che ci consentirà di consolidare e garantire in modo sostenibile le nostre attività a Verona e in tutt’Italia». Alessandro Marchini, vicepresidente Risorse umane e comunicazione, sottolinea come la rapidità con cui l’intesa è stata raggiunta e l’efficacia delle soluzioni messe in campo sono il frutto di un lavoro maturo e responsabile di tutte le parti. «Tenuto conto che stiamo purtroppo parlando di un’intesa che serve a gestire l’ennesimo esubero di personale, giudico nel contesto l’accordo positivo», sostiene Dennis Gambillara, della segreteria Uilcem Uil Verona, «perché ci dà tempo fino alla fine del 2012 per governare le varie problematiche conseguenti la riorganizzazione».
Tra gli aspetti più importanti, l’introduzione del part-time, che verrà attivato in via sperimentale su sei posizioni della linea «Primary care and prevention»: se dovesse funzionare, il prossimo anno verrà esteso ad altre sei posizioni. «Questo strumento infrange un tabù e potrebbe permetterci di dare una risposta ad alcune esigenze di carattere sociale», spiega Gambillara, «oltre che utile per ridurre l’impatto negativo occupazionale».
Le organizzazioni sindacali, inoltre, hanno ottenuto il prolungamento del periodo di licenziabilità (da 18 a 21 mesi): l’accesso alla mobilità rimane, quindi, aperto fino al 31 dicembre 2012. Verrà poi istituito un «gruppo di lavoro paritetico», che verificherà il corretto funzionamento delle strutture organizzative in seguito all’applicazione del nuovo modello di business e la corretta applicazione dell’accordo. Tra gli elementi che hanno portato i sindacati a giudicare positivamente l’intesa raggiunta, anche il sostegno a ricollocazioni esterne e riqualificazioni, con l’attivazione del network di Welfarma (accordo in materia di Welfare to work) e il criterio di volontarietà alle uscite come elemento fondamentale di scelta, incentivato da soluzioni economiche importanti. Infine, particolare attenzione verrà prestata in caso di eventuali trasferimenti, con soluzioni il più possibile a vantaggio del lavoratore.
Manuela Trevi