L’Ecdc: +1% antibiotici in Europa in 4 anni, lontani da -20% entro 2030
Nonostante i miglioramenti registrati in alcuni ambiti, c’è ancora molto da fare in Ue sul fronte della lotta ai superbatteri. E’ quanto evidenzia l’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, commentando i dati del report pubblicato in occasione della Giornata europea per la consapevolezza degli antibiotici. Per l’agenzia con sede a Stoccolma, i progressi dell’Ue verso i suoi obiettivi sulla resistenza antimicrobica per il 2030 “stanno rallentando” e sono necessari “sforzi accelerati” per raggiungerli nei tempi prefissati. Un dato su tutti: tra il 2019 e il 2023, nell’arco di 4 anni, il consumo di antibiotici nell’Ue è aumentato dell’1% anziché diminuire, allontanandosi ulteriormente dall’obiettivo del 2030 di una riduzione del 20%, raccomandato dal Consiglio europeo, segnala l’Ecdc.
Sebbene nello stesso periodo si siano verificate significative riduzioni delle infezioni del flusso sanguigno da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina, la situazione in altre aree critiche, come le infezioni del flusso sanguigno da Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi, è peggiorata, con un aumento dell’incidenza di quasi il 60% tra il 2019 e il 2023. Tutto questo, rilevano gli esperti europei, rappresenta una minaccia crescente per i pazienti negli ospedali in tutta l’Ue, in particolare perché sono ancora disponibili pochissime opzioni terapeutiche per curare i pazienti infetti da K. pneumoniae resistente ai carbapenemi. “Per raggiungere gli obiettivi dell’Ue entro il 2030 è necessaria una risposta unita e urgente in tutta l’Unione per impedire che la resistenza antimicrobica comprometta l’assistenza sanitaria. Questa risposta è fondamentale per proteggere i pazienti e sostenere l’efficacia degli antibiotici per le generazioni future”, afferma Pamela Rendi-Wagner, direttrice dell’Ecdc.
L’Ue sta cercando di alzare l’attenzione e sensibilizzare sul tema, e ha lanciato una serie di storie di pazienti per dar voce a chi ha sperimentato ricoveri prolungati, una ripresa incerta, e trattamenti complessi a causa della resistenza antimicrobica.
Fimmg su Fonte Adnkronos
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