Gentium, non basta il nuovo farmaco Ancora 26 in cassa

 

La richiesta dei dipendenti a Villa Guardia è di «fare altri prodotti». Bene puntare sul «Defibrotide», farmaco sperimentale in attesa delle autorizzazioni europea e americana per essere mandato in produzione, ma «è necessario produrre altro».

Differentemente, non ci sarebbe «sufficiente lavoro per i dipendenti dei reparti produttivi». Adriano Masi, dell’rsu Cgil di Gentium spa, va dritto al punto. «Puntare su questo nuovo farmaco – dice – non è abbastanza.

Due mesi di lavoro della produzione, del resto, sono sufficienti per produrre una mole di prodotto che viene consumata nei successivi due anni.

Così stando le cose, è evidente che per i lavoratori di questo reparto non c’è grande futuro». I lavoratori, in sintesi, sono contrari «alla decisione aziendale di destinare la totalità delle risorse finanziarie allo sviluppo del Defibrotide», anche perché la stessa lavorazione «occupa solo il 10% di utilizzo impianti, mentre la produzione del farmaco Sulglicotide occupa la restante parte». Peccato, però, che la vendita di questo secondo prodotto è stata fortemente frenata dal governo sud coreano, cui la Gentium si rivolgeva.

Ne è nata una netta contrazione degli ordini, con la decisione da parte aziendale di chiedere ulteriori 13 settimane di cassa integrazione (in aggiunta a un periodo altrettanto lungo già concluso) ai 26 dipendenti impiegati lungo le linee produttive. Salvaguardati, invece, i reparti ricerca e commerciale.

«I lavoratori – afferma il sindacalista Sandro Estelli (Cgil) – chiedono risposte chiare sul futuro dell’azienda e ritengono che lo stesso non possa essere affidato solamente allo sviluppo del Defibrotide». Ecco perché l’assemblea dei lavoratori ha chiesto ai vertici societari di fornire risposte certe circa il mercato di Sulglicotide in Corea, sulla possibile,diversificazione della produzione, sulla ricerca di nuovi mercati e sulla ripresa produttiva che, a oggi, non garantisce elementi di certezza.

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