L’inchiesta “PharmaConnection” a Genova ha toccato , oltre i due farmacisti, tre ex dipendenti di un’azienda farmaceutica (estranea alla vicenda) con accuse che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata al furto, ricettazione e riciclaggio.
L’uomo, un noto pediatra, si è lanciato dal Ponte Monumentale la scorsa notte: accanto a lui la moglie, che ha esitato e si è salvata
27 aprile 2015 – R.it Genova
Ha scritto su un biglietto “la magistratura miope a volte uccide” e si è suicidato gettandosi dal ponte Monumentale, nel centro di Genova. Protagonista Francesco Menetto, un medico pediatra di 65 anni noto in città che ha deciso di farla finita dopo che il figlio, farmacista, è stato arrestato per un giro di farmaci antitumorali dalla procura di Monza. Il figlio, Marco Ballario Menetto, 35 anni, era finito agli arresti domiciliari il 2 aprile scorso insieme alla moglie Valentina Drago (entrambi sono titolari della farmacia San Giacomo in via Nino Bixio, nel quartiere di Carignano) insieme a tre ex dipendenti di un’azienda farmaceutica, risultata però estranea alla vicenda.
Anche la moglie del medico aveva deciso di suicidarsi insieme con il marito ma ha esitato all’ ultimo momento dopo avere visto l’uomo gettarsi ed è stata salvata in extremis dalla polizia arrivata sul ponte dopo l’allarme lanciato da alcuni passanti. La donna è ora ricoverata in ospedale in stato di choc.
L’inchiesta “PharmaConnection” aveva portato all’arresto di 19 persone (6 in carcere e 13 agli arresti domiciliari), al sequestro di beni mobili, immobili, titoli e conti correnti per 23 milioni e al sequestro di medicinali per circa 3. A Genova ha toccato , oltre i due farmacisti e tre ex dipendenti di un’azienda farmaceutica (estranea alla vicenda) erano agli arresti domiciliari con accuse che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata al furto, ricettazione e riciclaggio
Farmaci salvavita rubati, scarcerato il farmacista figlio del medico suicida
Lo hanno scarcerato per poter organizzare il funerale del padre, morto suicida, e assistere la madre che ha tentato di uccidersi anche lei assieme al marito ed è ora ricoverata in ospedale. Ma Marco Menetto Ballario, il farmacista genovese trentaseienne indagato e arrestato dalla magistratura di Monza per un presunto traffico di farmaci antitumorali di dubbia provenienza assieme alla moglie, Valentina Drago, 34 anni, ha parole dure nei confronti delle toghe: «Adesso sono libero, ma a che prezzo? Ho perso mio padre e stavo per perdere anche mia madre».
Un’indagine del Nuclei Antisofisticazione di Milano dell’Arma avrebbe accertato questo traffico di farmaci salvavita rubati e rivenduti all’estero. Immediato è scattato l’arresto per Menetto e la moglie messi poi ai domiciliari. Una misura tutto sommato poco afflittiva. Ma tanto è bastato per scatenare la tragedia. Il padre del farmacista, Francesco Menetto, 65 anni, pediatra conosciutissimo, non ha retto e ha deciso di suicidarsi gettandosi dal ponte Monumentale, nel centro di Genova lasciando un biglietto con la scritta «La magistratura miope a volte uccide», riferendosi proprio all’inchiesta della Procura di Monza su un traffico di farmaci antitumorali che aveva portato all’arresto del figlio e coinvolto la nuora. E anche la moglie del medico, madre di Menetto, che era al momento del suicidio con il marito, era intenzionata ad uccidersi. Ma, all’ultimo momento, ha tuttavia esitato dopo avere visto il marito gettarsi ed è stata salvata in extremis dalla polizia. Ora è ricoverata in stato di choc in ospedale.
Danni per 30 milioni di euro dal traffico di farmaci rubati
«Il mio assistito – dice ora il difensore, l’avvocatoUmberto Pruzzo – non si sente in colpa. Il senso di colpa dovrebbero averlo altri che emettono provvedimenti con tanta fretta».
Il provvedimento che ha rimesso in libertà il farmacista fa riferimento proprio alla «grave situazione familiare», vista la quale, scrive il gip di Monza nell’ordinanza emessa, «si revoca la misura degli arresti domiciliari». Il gip, come chiesto dagli avvocati Lina Armonia eUmberto Pruzzo, ha sostituito gli arresti domiciliari con obbligo di firma due volte alla settimana.
«Saremmo andati oggi a Monza – hanno spiegato i legali – a presentare l’istanza di scarcerazione, ma purtroppo questo tragico evento ha anticipato i tempi».
«Dispiace, dispiace… – dice addolorato il procuratore capo di Monza, Corrado Carnevali – però sono cose sempre accadute. Ci ricordiamo Mani Pulite e i suicidi eccellenti? Che cosa dovremmo fare noi magistrati, smettere di indagare su chi commette degli illeciti?».
«Mi dispiace per quello che è accaduto, ma ci dobbiamo mettere d’accordo. Vogliamo dei giudici che facciano il loro mestiere, che provino a fare un pò di pulizia in questo Paese? O invece liberi tutti, che ognuno faccia quello che vuole perché se viene scoperto o lui o qualche suo caro potrebbe compiere qualche gesto sciagurato? – si interroga Carnevali – Il lavoro del Nas è stato impeccabile, vorrei poterlo illustrare a chi crede forse vero quel che c’è scritto su quel bigliettino, che la magistratura è miope. Ormai è diventato l’alibi di tutti coloro che hanno qualche altarino, attaccare i magistrati. Il copione è sempre lo stesso: atteggiarsi a vittime della malagiustizia e qualcuno ci crede sempre. Queste cose, purtroppo, succedono quando ci sono tanti soldi in ballo. Quando arriviamo noi e blocchiamo il denaro proveniente da attività illecite, chi non può più fare la vita di prima ci attacca».
Il farmacista accusato di rivendere farmaci rubati
Socio della Farmacia San Giacomo di via Bixio 9, una delle più note di Carignano, Marco Menetto Ballario era anche rappresentante legale di un’azienda all’ingrosso che ha sede in via Sardorella 109, aBolzaneto che, secondo gli inquirenti, «acquistava farmaci di dubbia provenienza, rivendendoli poi ad altre società quali Pharmazena, con la collaborazione della Drago».
Accusato di reati che vanno dall’associazione a delinquere alla ricettazione, dal riciclaggio alcommercio internazionale di medicinali rubati – alcuni farmaci arrivavano a costare anche 10 mila euro a confezione – Marco Menetto Ballario, secondo la ricostruzione degli investigatori dei Nas, faceva parte di un’organizzazione strutturata all’interno della quale vi era chi si occupava di commissionare i furti dei costosissimi farmaci salvavita e antitumorali, secondo le esigenze del mercato parallelo e clandestino, e chi, invece, attraverso fatture false, si occupava di rivenderli sulle piazze estere, in particolare Bulgaria, Montenegro, Polonia, Olanda e Germania. Un giro d’affari che – hanno ricostruito gli investigatori guidati dal comandante dei Nas di Milano, Paolo Belgi – , ha creato un danno complessivo di circa 30 milioni di euro.
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