«A quando maghi e fattucchiere negli ospedali?». È la battuta provocatoria con cui Silvio Garattini , direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, commenta sul settimanale Oggi la decisione dell’ospedale di Pitigliano (Grosseto) di accogliere al suo interno ambulatori di agopuntura, omeopatia e fitoterapia. La medicina alternativa, al contrario di quella ufficiale, «è completamente senza prove. L’agopuntura è tutta in discussione anche per le molteplici modalità con cui può essere eseguita; i prodotti omeopatici, in gran maggioranza, non contengono nulla. Quelli fitoterapici non si sa bene che cosa contengano e possono variare da preparazione a preparazione. Non vi è nessun controllo, sono stati messi in commercio solo con una notifica e non sono obbligati a presentare alcuna documentazione che ne garantisca l’efficacia». Secondo il farmacologo, non basta il principio basato sul diritto dei cittadini a essere liberi nella scelta delle terapie altrimenti, dice Garattini, «perché non dare spazio in ospedale anche a fattucchiere, a maghi e guaritori in cui una parte del pubblico ripone grande fiducia?». Immediata la replica dei soggetti chiamati in causa: «Ospedali e cliniche universitarie che erogano prestazioni di medicina complementare a fianco della medicina classica sono presenti in tutto il mondo» dice Simonetta Bernardini, presidente della Società italiana di omeopatia e medicina integrata (Siomi). «Lo scopo di Pitigliano peraltro, è proprio quello di avviare sperimentazioni utili a misurare l’efficacia di queste medicine in particolare nelle malattie croniche, cosiddette proprio perché inguaribili con la sola medicina convenzionale». Così Fabio Firenzuoli, Responsabile del Centro di riferimento per la fitoterapia della Regione Toscana: «In fitoterapia si utilizzano medicinali, ben regolamentati da norme italiane ed europee, sia in forma di specialità registrate con tanto di autoirizzazione all’ immissione in commercio, sia in forma di galenici, per i quali esiste una specifica normativa. I pazienti ma anche i colleghi devono sapere che in fitoterapia qualità, sicurezza ed efficacia sono garantite, come per i farmaci di sintesi». Infine, Franco Cracolici, vice presidente della Società italiana di agopuntura (Sia): «Io pratico l’agopuntura nata 3.000 anni fa, vagliata e verificata da istituzioni come l’Oms, l’Nih e l’Fda. Per questo l’unico interesse che perseguo è cercare con mezzi leciti di aiutare e sostenere chi vuole integrare con la medicina allopatica un metodo diverso e complementare con un bassissimo range di reazioni avverse e praticato in un gran numero di ambulatori pubblici».
Nicola Miglino – DoctorNews – 27 aprile 2011