Ai vertici dell’organizzazione c’erano i napoletani Pasquale Alfano e Ciro Chiavarone, che grazie all’aiuto di ex informatori scientifici in pensione (Lucio Giorgio Grasselli di Genova e Emanuele Tubito di Torino) riuscivano a piazzare sul mercato italiano i farmaci di fascia A e C, acquistabili in farmacia. Mentre i costosi farmaci i fascia H, che in Italia possono essere somministrati solo in ospedale, venivano ricettati all’estero. Indagini in tutta Italia, in manette sedici persone che riciclavano le confezioni di medicinali da rivenditori compiacenti.
BOLOGNA. Tredici furti in farmacie ospedaliere, più altri sette in strutture diverse nel corso del 2014, per un danno di oltre 2 milioni. Li contestano i carabinieri di Ferrara ai componenti della banda sgominata con 18 misure cautelari: per 16 persone è stato disposto il carcere, per una i domiciliari e per un’altra l’obbligo di firma. Due sono ancora ricercati. A molti indagati è contestata l’associazione a delinquere con l’aggravante di aver agito per agevolare un’associazione di tipo camorristico. Coinvolti il cavese Eduardo Lambiase, considerato il “manager” della struttura, trait d’union tra ladri specializzati e professionisti del settore farmaceutico, e gli scafatesi Settimioe Antonio Caprini, padre e figlio, titolari di licenza di esportazione.
Il valore commerciale dei farmaci e dei beni recuperati è prossimo, per difetto, ai 2,7 milioni. È contestato anche il commercio di medicinali guasti, perché ad esempio gli antitumorali necessitavano di particolare attenzioni nella conservazione. L’indagine dei militari, coordinata dal pm Enrico Cieri, è partita da due colpi denunciati a marzo 2014 nella farmacia ospedaliera di Cento e a Lagosanto, nel Ferrarese, e ha permesso prima di identificarne gli autori e poi di scoprire un’organizzazione strutturata e ramificata, con un vertice in Campania. C’era una “batteria” che si occupava dei furti dei farmaci, guidataVincenzo e Pasquale Alfano, e composta da Ciro Chiavarone, Mario Omaggio, Franco Naddeo, Marco Reina, Salvatore Prospero oltre che da altri indagati, non colpiti dall’ordinanza, che partecipavano saltuariamente alle azioni. Il supporto logistico al gruppo nel nord Italia arrivava da Giacomo La Vela, che trovava e sceglieva gli obiettivi con sopralluoghi e ricognizioni funzionali. Salvatore De Simone, invece, sarebbe stato il corriere dei medicinali sull’asse Napoli-Genova, oltre che il fornitore delle strutture per lo stoccaggio.
Il cavese Lambiase, dopo aver scelto la tipologia di farmaci da rubare e dopo aver creato società all’estero, curava i rapporti con i Caprini, che sulla carta acquistavano dalle società di Lambiase, in particolare dell’Europa dell’est, i medicinali, per poi materialmente inviarli ancora all’estero, in particolare nell’Europa del nord. I farmaci rubati in Italia erano così “ripuliti” e avevano una nuova legittimazione per essere messi sul mercato. Questa tecnica era messa in atto per i medicinali di tipo H, come gli antitumorali, dispensabili in Italia solo negli ospedali. C’era poi un versante del gruppo che gestiva le medicine di categoria A (farmaci essenziali e per le malattie croniche il cui costo è a carico dello Stato) e C (a totale carico del cittadino): secondo l’accusa se ne occupava Ernesto Pensilino, ex informatore, una sorta di “broker”, a sua volta in contatto con i ladri e con un altro informatore farmaceutico in pensione di Genova, Lucio Giorgio Grasselli.
Il Procuratore di Bologna, Giuseppe Amato, ha sottolineato l’importanza di un’operazione che ha contrastato «un fenomeno odioso», da un lato perché i farmaci in questione sono costosi e «ogni singolo furto ha provocato un danno alle casse pubbliche di centinaia di migliaia di euro». Dall’altro perché sottrarli «faceva sì che malati di tumore non potessero essere sottoposti alle cure».
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Genova. C’è anche un pensionato genovese, Lucio Giorgio Grasselli, tra le persone arrestate dai Carabinieri nell’ambito dell’inchiesta sui farmaci anti tumorali che ha portato a 18 arresti in diverse regioni italiane. Il valore commerciale dei farmaci e dei beni recuperati e’ prossimo ai 2,7 milioni. Agli indagati e’ stato contestato anche il commercio di medicinali guasti, perche’ ad esempio gli antitumorali necessitavano di particolare attenzioni nella conservazione.
L’indagine dei militari era partita da due ‘colpi’ denunciati a marzo 2014 nella farmacia ospedaliera di Cento e a Lagosanto, nel Ferrarese, e ha permesso prima di identificarne gli autori e poi di scoprire un’organizzazione strutturata e ramificata, con un vertice in Campania, che operava in modo oliato.
Oltre ai farmaci antitumorali c’era un secondo fronte di commercio clandestino, che riguardava le medicine di categoria A (farmaci essenziali e per le malattie croniche il cui costo e’ a carico dello Stato) e C (a totale carico del cittadino). Secondo l’accusa se ne occupava una sorta di ‘broker’ che in contatto con i ladri e con un informatore farmaceutico in pensione di Genova. Questi acquistava dagli indagati la merce per poi ricettarla ad altri informatori,
di Redazione – 18 ottobre 2016 – Genova24.it
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