Il primo vero intervento di promozione culturale adottato in questo paese a sostegno del generico. Per Giorgio Foresti (foto), presidente di Assogenerici, non c’è definizione migliore da dare al discusso articolo della spending review sulla prescrizione per principio attivo. E ai medici che nelle settimane scorse hanno attaccato il testo, il leader dei produttori lancia un avvertimento che non ha bisogno di traduzioni: «Il ministro Balduzzi ha voluto dare al provvedimento tutta la gradualità che si poteva dare, evitando drasticità e cesure. Ora vediamo che cosa faranno i prescrittori, perché se le resistenze dovessero rimanere confermate,l’unica strada per! corribile sarà quella della prescrizione per principio attivo e stop, senza deroghe».
Presidente, il Ministero ha promesso ai medici un tavolo tecnico sulla prescrizione dove certamente verrà riaffrontato l’argomento. Intanto voi come accogliete l’intervento?
Un passo verso l’Europa, nient’altro. La vera domanda ora è come reagirà la classe medica. Se non capirà in fretta che questo provvedimento non mira a limitare la sua area decisionale ma irrobustire la sostenibilità del Ssn, aprirà la porta a misure ancora più forti.
I medici dicono che la loro unica preoccupazione è assicurarsi che il paziente riceva il farmaco prescritto…
E io continuo a non capire perché in Italia si continua a insistere su questo tasto quando invece nel resto del mondo non se ne parla. È una questione tutta nostra, dovuta una controinformazione alimentata da addetti ai lavori e stampa incompetente. E’ un ritornello tornato di moda nei giorni scorsi, cantato da medici e farmacisti con tanto di nome e cognome: meno 20 % di principio attivo, generici cinesi o coreani fatti nei sottoscala, piccole aziende farmaceutiche nate dal nulla, mancanza di controlli eccetera. Mi limito a ricordare che in Italia negli ultimi anni i ritiri di confezioni generiche sono stati inferiori a quelli di farmaci branded. E le statistiche del sistema nazionale di farmacovigilanza non segnalano aumenti importanti derivanti dalla commercializzazione dei generici.
I medici chiedono anche un Orange book come quello dell’Fda americana…
E’ uno strumento che si può rapidamente adottare anche in Italia, rivedendo il meccanismo delle liste di trasparenza e aggiungendo le informazioni tecnico-scientifiche chieste dai prescrittori. Ma questo non cambierebbe nulla rispetto alla sicurezza pretesa dal medico nella prescrizione di un prodotto rispetto ad un altro: oggi l’Aifa stila, aggiorna e modifica liste che già dicono quali prodotti ! sono sostituibili tra loro.
Insomma non c’è ragione per contestare il