Niente di più sbagliato pensare che ci debba essere conflittualità tra medici e farmacisti. E ancora: è difficile immaginare un potenziamento del territorio senza un’integrazione e un coordinamento tra i due sviluppi, quello sul fronte della medicina generale e quello delle farmacie. Gli appelli a lavorare fianco a fianco sono partiti dagli spalti del convegno di Federfarma “I servizi in farmacia: dalla teoria alla pratica” che si è tenuto ieri nella cornice di Cosmofarma e sono arrivati dalle rappresentanze dei medici di famiglia e dei pazienti, rispettivamente attraverso le parole di Stefano Zingoni, presidente della Fimmg, il principale sindacato della medicina generale, e di Tonino Aceti, coordinatore del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva. «I medici di medicina generale e i farmacisti» è l’intervento di Zingoni «sono figure che esistono da sempre e da sempre identificate sul territorio, non sono nuovi attori che devono conquistare un profilo di attività e visibilità. Da sempre il territorio è luogo in cui si esplicita la loro opera professionale ed è luogo di interazione: il territorio appartiene per definizione a queste due categorie. Nel corso del tempo entrambe le figure professionali hanno sviluppato risposte ai bisogni assistenziali e alle problematiche del sistema sanitario, le farmacie attraverso la farmacia dei servizi e i medici di famiglia attraverso le medicine di gruppo, che si sono aperte a un’offerta più ampia di servizi sanitari e alle tecnologie. Come non potremmo allora, medici e farmacisti, confluire in un tentativo di rafforzarci reciprocamente per potenziare il territorio?». «Lo sviluppo del territorio» interviene Aceti «è progredito poco, se non in alcune regioni. Bene certamente la farmacia dei servizi, ma c’è da capire come si colloca rispetto alle nuove attività della medicina generale. Più volte noi abbiamo sollecitato un punto di incontro tra i due sviluppi del potenziamento del territorio, quello dei medici di famiglia e quello delle farmacie. È nostra esigenza che vengano integrati e che ci sia una regia unica. E certamente ci poniamo anche come partner di Federfarma e delle farmacie per ottimizzare il ruolo di questi presidi sanitari, per noi importanti. Ci rendiamo disponibili a collaborare insieme». Appello a lavorare fianco a fianco anche da Federanziani: «Lotteremo con voi per la farmacia dei servizi e non solo» spiega il presidente, Roberto Messina, che esprime una preoccupazione: «Vediamo con timore questo processo che toglie i farmaci dalle farmacie» dato dalla distribuzione diretta. In particolare a preoccupare è la tenuta delle rurali che «non vanno toccate» è l’appello di Messina «senza di loro molti paesi sarebbero privi di ogni servizio e presidio sanitario, non avrebbero nulla». Da qui la conclusione: «La distribuzione diretta non si fa e non si deve fare, al massimo la distribuzione per conto. C’è la necessità di ridare fatturato alle farmacie cosicché la farmacia possa lavorare per l’aderenza alle terapie. Fa un ottimo lavoro l’Aifa nella negoziazione dei prezzi, ma poi bisogna avere un occhio di riguardo alle farmacie. Per questo dico che lotteremo con voi, insieme, e speriamo che la farmacia dei servizi possa trovare realizzazione ovunque».
Francesca Giani