A Roma, il 12 Aprile 2016 – ore 10,30 – presso Sede CGIL Nazionale – Sala Di Vittorio – si terrà ASSEMBLEA NAZIONALE degli INFORMATORI SCIENTIFICI DEL FARMACO.
Temi:
Scienza o commercio? Quale è la situazione dell’informazione scientifica del farmaco?
Una occupazione di qualità! Quale il percorso mirato a rafforzare il ruolo dell’informazione scientifica in Italia.
Parteciperà ai lavori il Segretario Generale della Filctem Cgil Emilio Miceli.
Assemblea Nazionale Informatori Scientifici del farmaco
Il 12 aprile a Roma l’assemblea nazionale degli INFORMATORI SCIENTIFICI DEL FARMACO promossa dalla Filctem-Cgil
Giovedì 07 Aprile 2016
Promossa dalla Filctem-Cgil, martedì 12 aprile a Roma si svolgerà l’Assemblea nazionale degli
informatori scientifici del farmaco (ad oggi circa 10.000 addetti sui 67.000 occupati nel settore farmaceutico, n.d.r.) alla quale parteciperà il segretario generale Emilio Miceli.
L’esigenza nasce dalla necessità di fare il punto sulle condizioni dell’attività e l’obiettivo di fare una fotografia della situazione esistente nel panorama nazionale, dopo che durante gli ultimi anni si è assistito ad una rivoluzione dal punto di vista organizzativo e occupazionale. “Nello spirito della legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale – commenta Sergio Cardinali, del Dipartimento chimico-farmaceutico della Filctem nazionale – il “farmaco” dovrebbe assolvere ad una funzione sociale e, alla sua produzione, una prevalente finalità pubblica.
Questo anche attraverso il contributo determinante di una informazione scientifica corretta, capillare, etica. Proviamo dunque – conclude – a far rispettare le leggi tutelando il lavoro e i diritti di tutti, visto che dal 2006 sono stati espulsi circa 10.000 informatori, dimezzando l’attuale consistenza”.
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Per quanto riguarda la commercializzazione teniamo presente l’ atavico interesse delle aziende ad abbattere i costi e quindi a ridurre il numero di persone impiegate a vantaggio di piattaforme informatiche o di nuove figure molto commerciali e poco scientifiche, il tutto si traduce in perdite di migliaia di addetti del settore per compensare la perdita di profitti che la scadenza brevettuale dei farmaci sta causando.
Tutte le aziende tra cui in questi giorni Roche, Novartis ricercano personale nel settore “strumenti innovativi nell’aggiornamento scientifico” tradotto informare il medico con l’it(strumenti informatici). La mancanza di politica industriale in tale settore è gravissima perché si lascia alle aziende governare processi di ristrutturazione in un settore strategico per l’intera Europa dove l’Italia è la seconda manifattura farmaceutica.
Quando una azienda si riorganizza non licenzia solo gli informatori medici ma anche il personale amministrativo dedicato e dell’indotto. Non si può permettere alle aziende di gestire questi processi solo seguendo le regole del massimo profitto visto che, se a qualcuno è sfuggito, il principale committente è lo Stato e quindi non si può consentire consentire alle aziende, a maggior ragione di bio equivalenti, di fare lauti profitti e di trasferire lavoro e denaro all’estero trattando il nostro paese solo come una mucca da mungere.
Vedere ancora la farmaceutica come produzione e non anche come servizi da offrire al medico, al farmacista ed al cittadino è una visione miope che non tiene conto della realtà dei fatti e di un futuro dove la creazione dei posti di lavoro non è solo nella produzione dei beni, perché la meccanizzazione e la delocalizzazione la faranno sempre più da padroni, ma anche nei servizi. Vedere l’informazione medica come inutile ha portato alla perdita di 20000 posti di lavoro destinati per lo più a laureati, senza altra contropartita e garantendo così alle aziende farmaceutiche più profitti e minor costi.
Ribadiamo che questi maggior profitti vengono destinati quasi unicamente a far crescere il valore delle azioni, senza nessuna ricaduta sul territorio da dove sono stati prelevati. Ricordiamo che mentre le produzioni possono essere spostate in altri paesi, cosa del resto già successa, l’informatore non andrà mai dal medico in India piuttosto che in America, trattenendo così le risorse investite per il suo lavoro sul territorio e creando anche un notevole indotto. Questo smantellamento della rete di informazione medica, che fino ad ora ha garantito una informazione sul farmaco indipendente e rispettosa delle scelte del medico, si traduce in azioni di vendita commerciali in farmacia con gli agenti, presso i decisori della spesa con gli account manager, in ospedale con i medici di prodotto e infine con strumenti informatici. Fermo restando che non si può fermare il progresso analizziamo ogni singolo attore che si è affacciato sulla scena e verifichiamo se si tratta di progresso o di commercio mascherato.
Balena agli occhi di tutti come ciò eliminerà non solo la concorrenza, ma creerà un commercio del farmaco poco etico e influenzato dai media, non dimentichiamo che già si affacciano come automedicazione veri e propri farmaci come il Nexium il più potente inibitorie della secrezione acida spacciato come un banale antiacido e all’orizzonte ci sono già progetti per commercializzare come automedicazione statine a basso dosaggio per prevenire le dislipidemie. Si cerca di americanizzare la sanità facendo sì che sia il malato, o presunto tale, ad influenzare la scelta del medico o addirittura ad auto prescriversi un farmaco.
Per quanto riguarda la prescrizione del medico si cerca di imbrigliarla in algoritmi farmaco economici e a questo punto entrano in scena gli Account Manager che sono operatori dedicati a concordare con i decisori( direttori generali, direttori di distretto, direttori sanitari, assessori sanitari e ministro) i famosi algoritmi o linee guida. Negli ospedali per allargare la prescrizione di farmaci si cerca di affiancare agli informatori medici i Medici di Prodotto, nuovi attori in teoria dipendenti solo dalla direzione medica quasi a dire che si muovono solo per la gloria ed il benessere del malato, ovviamente anche loro a fine anno verranno valutati positivamente se c’è la crescita del prodotto.
Veniamo all’ it all’informazione con mezzi multimediali che spazia dalla TV, ad internet passando dalle telefonate il tutto già fallito a livello mondiale lo si propone in Italia per giustificare i ridimensionamenti degli informatori medici e giustificare le vendite fatte con altri mezzi. Tra queste la più subdola è quella che passa tramite internet dove siti apparentemente indipendenti veicolano messaggi che rimandano alla malattia e guarda caso all’azienda che la tratta tramite pseudo consigli, forniti da pseudo professionisti, pseudo indipendenti.
Sono presenti nel mercato italiano nuovi attori che muovono migliaia di miliardi di euro e sono le aziende di integratori che informano il medico con agenti assolutamente impreparati al ruolo e spesso senza alcuna formazione specifica un buco nero a carico del cittadino che nessuno disciplina ma che impiega più 15000 addetti abbandonati a se stessi, un esercito di partite iva che fa un lavoro continuativo da dipendente senza esserlo. Come si può fare una delegazione trattante per il rinnovo del contratto nazionale senza avere al suo interno tutte le tipologie dei lavoratori coinvolti, una direzione nazionale degna di questo nome lo avrebbe posto come presupposto alla nomina in delegazione.
Ad oggi, 12 ottobre 2015, Novartis ha dichiarato 90 esuberi, Boehringer 176, MSD 180, Quintalis chiude l’attività di informazione medico scientifica e da Lundbeck giungono voci di una riduzione dell’informazione. Oggi 4 febbraio 2016 dovremmo aggiungere 60 Pfizer e gli esuberi di MSD con un continuo e progressivo smantellamento di una professione che spesso è l’unico sbocco lavorativo per Biologi e Farmacisti.
Non possiamo tollerare oltre la nostra trasparenza, la nostra invisibilità spesso anche al sindacato e il vederci licenziare in centinaia senza farci sentire.
Antonio Daniele RSU FILCTEM CGIL PFIZER ITALIA srl
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