Federconsumatori “La salute non può attendere”
Monitoraggio alle liste d’attesa
Il monitoraggio nasce dalla necessità di stimolare i decisori politici a investire sul Servizio Sanitario Nazionale, denunciando gli effetti negativi del disimpegno sulla condizione di salute delle persone, mettendo in evidenza l’estensione del fenomeno, ormai di portata nazionale, e scandagliandone i vari aspetti, benché manchino dei rilevamenti nazionali che rendano noti i tempi di attesa regione per regione
Anche il recente monitoraggio sperimentale di AGENAS presentato lo scorso novembre 2023 evidenzia le difficoltà legate alla difformità dei sistemi di rilevamento regionali, e ha potuto fotografare solo 13 Regioni attraverso le prestazioni filtrate direttamente dai CUP. Una prerogativa, questa, evidentemente riservata ad AGENAS e alle stesse Regioni, ma preclusa alla conoscenza della rappresentanza associativa.
L’indagine è stata avviata a giugno 2023, in concomitanza della mobilitazione nazionale a difesa del SSN pubblico e universale promossa dalla CGIL e da una larga rete associativa, come parte della campagna nazionale “STOP LISTE DI ATTESA” di Federconsumatori, che ha coinvolto tutte le strutture regionali.
Anche il recente monitoraggio sperimentale di AGENAS presentato lo scorso novembre 2023 evidenzia le difficoltà legate alla difformità dei sistemi di rilevamento regionali, e ha potuto fotografare solo 13 Regioni attraverso le prestazioni filtrate direttamente dai CUP. Una prerogativa, questa, evidentemente riservata ad AGENAS e alle stesse Regioni, ma preclusa alla conoscenza della rappresentanza associativa.
L’indagine è stata avviata a giugno 2023, in concomitanza della mobilitazione nazionale a difesa del SSN pubblico e universale promossa dalla CGIL e da una larga rete associativa, come parte della campagna nazionale “STOP LISTE DI ATTESA” di Federconsumatori, che ha coinvolto tutte le strutture regionali.
Considerata la difficoltà nel reperire i dati inseriti dalle Aziende sui loro portali si è inteso individuare il mese di aprile 2023 quale periodo principale per comparare i tempi di attesa per le prestazioni prese a campione nel monitoraggio. Periodo che, per i ritardi riscontrati, ha subito un’oscillazione, tra marzo e luglio del 2023, legata alla difficoltà di reperimento dei dati sanitari. Sui dati aziendali monitorati l’85% sono riferiti al mese di aprile 2023 ed il restante 15% ai mesi compresi tra marzo e luglio 2023.
Complessivamente il monitoraggio fotografa tempi di attesa inaccettabili, che dovrebbero imporre alle Aziende, alle Regioni e al Governo di trovare rapide e appropriate strutturali, urgenti a fronte di un fenomeno, che costringe molte persone a subire danni o ad acquistare prestazioni dal privato ovvero a rinunciare dolorosamente alle cure di cui hanno bisogno.
I dati emersi dal monitoraggio tracciano una sanità italiana in grave affanno da Nord a Sud, che si riscontra sia nei tempi di erogazione delle prestazioni che nelle stesse modalità di rilevamento dei dati. Nelle Regioni del Mezzogiorno e nelle Isole, inoltre, si riscontrano ulteriori segnali di aggravamento delle difficoltà di accesso ai Livelli Essenziali di Assistenza in un contesto che espone la più alta migrazione sanitaria, la minore aspettativa di vita, il maggiore invecchiamento della popolazione e la più bassa capacità economica di accesso a pagamento a cure private.
Complessivamente si registrano:
- percorsi tortuosi di accesso ai siti istituzionali di Regioni, Aziende, portali e CUP;
- la mancanza di collegamenti tra i siti regionali all’accesso e i portali istituzionali dedicati alla sanitàe/o a quelli aziendali;
- criteri disomogenei di rilevamento ufficiale dei tempi di attesa fra aziende della stessa regione e fra regioni diverse;
- cruscotti/portali di monitoraggio regionali differenti fra loro (Basilicata, Emilia Romagna, Lazio,Toscana, Umbria, Veneto);
- carenza di report regionali (del tutto assenti in regioni come Calabria, Sicilia e Lombardia);
- mancato aggiornamento dati sui portali e carenza di dati storici;
- incongruità fra dati rilevati sui portali regionali e report aziendali;
- impossibilità di comparare prestazioni complessive: quante siano state erogate da pubblico, quante siano state erogate dal privato convenzionato e quante siano state erogate in regime di ALPI;
- scarsità delle pubblicazioni relative ai tempi di attesa per i ricoveri (per esempio nessun report in Calabria)
- mancata informazione ai cittadini relativamente ai percorsi di tutela in caso di superamento dei tempi di attesa
I tempi massimi rilevati dal monitoraggio
I tempi di attesa rilevati interessano Presidi Ospedalieri, Aziende Universitarie e Distretti.
Per le Visite specialistiche si evidenziano:
- i 612 giorni di attesa in classe B per una visita endocrinologica nell’ASL di Messina Poliambulatorio di Portorica ed i 528 giorni in classe P nell’Azienda sarda di Nuoro o i 427 giorni nell’Asl ligure di Chiavari;
- i 426 giorni per una prima visita cardiologica nel Presidio Ospedaliero lombardo di Cuggiono o 411giorni nel Presidio friulano di Cividale in classe P;
- i 400 giorni di attesa per una prima visita vascolare nella P.A. di Bolzano o i 273 giorni per una prima visita nel presidio lombardo di Abbiategrasso;
- i 677 giorni per una prima visita oculistica nel Presidio Ospedaliero lombardo di Legnano, i 523 giorni in classe P nel distretto friulano di Gemona, i 388 giorni in classe P nell’azienda sarda dell’Ogliastra oil 47% di performance in classe B in Abruzzo ed il 60% nella stessa classe nell’AOU toscana Careggi;
- i 611 giorni per una visita in classe D visita gastroenterologica nell’Azienda piemontese di Asti,
- i 354 giorni di attesa in classe B per una visita pneumologica nel poliambulatorio di Messina o i 361 giorni in classe P nell’Azienda campana Napoli 1 centro;
- i 310 giorni per una prima visita fisiatrica nel presidio ospedaliero lombardo di Magenta;
- i 176 giorni per una visita oncologica nell’AFO di Crotone o 176 giorni in classe P nell’azienda campana Napoli 1 centro;
- i 482 giorni in classe P per una visita urologica per Presidio Ospedaliero di Udine o i 273 giorni peruna prima visita in Valle d’Aosta;
- i 342 giorni per una visita ginecologica in classe P nel Presidio Ospedaliero friulano di Tolmezzo
- i 496 giorni in classe P per una visita dermatologica nel Distretto friulano di San Daniele o i 356 giorni per la stessa classe nell’ASL 4 ligure di Chiavari;
- i 351 giorni in classe P per una visita neurologica nell’Azienda campana Napoli 1 centro.
Per gli Esami diagnostici spiccano:
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- i 735 giorni di attesa per una ecodoppler cardiaca in Lombardia nell’Ospedale di Magenta ed i 603 giorni di attesa in classe P nel distretto di Tarcento in Friuli Venezia Giulia;
- i 118 giorni in classe di Urgenza ed i 403 giorni in classe D per un elettrocardiogramma nell’Azienda campana Napoli 1 Centro;
- i 546 giorni per un RM alla colonna in toto nello stesso presidio ospedaliero lombardo di Magenta, per la stessa prestazione i 428 giorni in classe P fra i tempi massimi registrati fra le Aziende in Sardegna o i 329 giorni di attesa in classe P nel P.O. di Udine;
- i 645 giorni per una colonscopia totale in classe P in Liguria nell’ASL 4 di Chiavari, i 600 gg nella stessa classe in Friuli nel P.O. di Palmanova, i 546 giorni sempre in classe P nell’Asl di Messina nel Presidio Ospedaliero di Milazzo o il 60% di performance nell’AOU Careggi in Toscana;
- i 482 giorni per una mammografia bilaterale in Friuli nell’Ospedale di Udine, i 365 giorni in classe P nell’azienda Napoli 1 Centro o nella PA di Bolzano;
- i 545 giorni per una ecografia all’addome in classe B nel presidio Ospedaliero di Milazzo in Sicilia nell’Azienda di Messina;
- i 458 giorni per un’ecografia ginecologica in classe P nel P.O. di Udine ed i 251 giorni di attesa nel Presidio Ospedaliero lombardo di Magenta;
- i 682 giorni di attesa per una fotografia del fundus nel Presidio lombardo di Abbiategrasso ed i 523 giorni di attesa nel Distretto friulano di Gemona;
- i 328 giorni per una elettromiografia semplice agli arti nella P.A. Bolzano, i 327 giorni in classe D nell’Azienda Ospedaliera sarda di Cagliari o i 329 in classe P nell’azienda abruzzese di Pescara.
I tempi rilevati per i ricoveri
I dati emersi dal monitoraggio nazionale evidenziano livelli di performance ancora critici in diverse Regioni. Diverse le tipologie di ricovero di cui non si dispone dei tempi di attesa.
Su tutti emergono i tempi di attesa del Lazio, nel Presidio Pertini e nel San Filippo Neri.
Tempi particolarmente lunghi anche per diversi interventi oncologici, protesi d’anca (753 giorni al Pertini Roma, 128 giorni AORN Ospedali dei Colli in Campania, 180 giorni O. Garda, 112 giorni in classe B Presidio Asti e 317 giorni in classe C), emorroidectomia, endoarteriectomia carotidea, melanoma (33% performance a Urbino), tumore al colon (performance urgenze 20% nel P.O. di Urbino).
Risposte
Il quadro delineato di criticità esige risposte adeguate e tempestive:
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- dal punto di vista della messa in chiaro del fenomeno delle liste di attesa in ogni sfaccettatura che consenta di leggerne il fenomeno e calibrare su di esso le adeguate risposte;
- dal punto di vista dello stanziamento delle necessarie risorse finanziare, professionali e strumentali per l’intera filiera sanitaria pubblica arrestando il travaso di fondi pubblici al privato che alimenta il mercato delle prestazioni sanitarie a discapito della presa in carico della persona.
Notizie correlate: Ministero della Salute . FAQ – Liste di attesa